04 Settembre 2018

Mio figlio è morto e la vita non ha più senso

Una lettrice confida la drammatica esperienza della perdita di un figlio. E l'impossibilità di immaginare ora un futuro degno di questo nome per sé e la propria famiglia. 
fiore sboccia tra le pietre illustrazione
La forza della vita
@ Valentina Salmaso / Archivio MSA

«Difficile prendere in mano carta e penna (o, per meglio dire, schermo e tastiera) e decidere di scriverle. Ma ne ho provate talmente tante che a questo punto provo anche questa, sperando che almeno da lei possa giungermi uno stimolo, un pensiero, una luce. Una luce, sì, perché brancolo nel buio più totale e non so in che direzione muovere i miei passi.

Quattro anni fa mio figlio, il mio unico figlio, si è ammalato e nel giro di poco tempo se n’è andato. Aveva 23 anni e la vita davanti. Aveva desideri, speranze, progetti. Aveva il sogno di un futuro pieno. Tutto è sfumato in un attimo. La vita, fino a un secondo prima ricca di promesse, gli ha girato improvvisamente le spalle. E a me con lui. Il dolore atroce dei primi mesi con il tempo si è un po’ attenuato, ma è sopraggiunta una sorta di torpore esistenziale dal quale non so scuotermi. Ho i supporti psicologici e medici del caso, non è questione di depressione. È come se la mia anima si fosse spenta. Se i colori della vita si fossero di colpo trasformati in un anonimo bianco e nero che toglie sapore e gioia a ogni cosa. Non trovo un senso, non trovo un significato. Non so trovare il perché di tutto questo. Dio è buono? Come può essere buono un Dio che permette la malattia e il dolore? La sofferenza degli innocenti, la morte, la disperazione. No, non c’è senso. La vita è un caso, una sorte casuale. Può andare bene o male, ma non c’è nessuna pietà per noi esseri umani. Non c’è stata pietà per mio figlio, che voleva vivere, e nemmeno per me, che ho perso tutto insieme a lui».

Teresa - Perugia.

Cara Teresa, innanzitutto grazie per aver preso carta e penna o, come dice lei, schermo e tastiera e avermi inviato questa lettera. Non deve essere stato facile. Così come non è facile ciò che mi chiede. Provo a tracciare un sentiero di luce che, ovviamente, non è mio, ma mi viene suggerito dalla fede, dalla vita e dall’esperienza di tanti credenti che si sono trovati a vivere situazioni che si avvicinano per molti versi alla sua storia così drammatica.

Devo chiarire subito: non sono capace di dare un senso al suo dolore. Non posso dirle: «Le è successo questo perché…». Sono come lei un essere umano in cammino che si confronta ogni giorno con il dolore, piccolo o grande, proprio o dei tanti che mi aprono il loro cuore. Ogni volta è un enigma quello che mi trovo dinanzi. Un grande punto di domanda che vorrei sapere e potere cancellare, sostituendolo con risposte e certezze. Ma così non è, per nessuno.

Il dolore, soprattutto quello che noi chiamiamo «innocente», non trova spiegazione alcuna. In qualche caso può essere frutto di scelte umane sbagliate (pensiamo, per esempio, alle migliaia di bambini che perdono la vita per le guerre, le ingiustizie, la povertà), ma in molte occasioni ci troviamo a fare i conti con situazioni drammatiche inspiegabili (come la malattia di suo figlio).

Non sto a consigliarle aiuti e supporti che mi pare lei già abbia intelligentemente allertato. In questi casi anche i gruppi di auto aiuto sul lutto possono dare un sostegno. Ma di certo nulla risolve alla radice il problema. Con il dolore bisogna venire a patti.

E, allora, quale «patto» può aiutarla in questo momento così duro, in cui il dolore, come lei scrive, non è più in fase acuta ma ha comunque steso un pesante velo di profonda tristezza su tutta la sua esistenza? Ipotizzo una direzione di risposta: l’accettazione e l’abbandono. L’accettazione profonda di non capire il perché ciò sia accaduto e l’abbandono nelle mani del Signore, certa che, un giorno, quanto ora appare inspiegabile e ingiusto riuscirà a trovare un senso.

Di certo Dio non «manda» il dolore. Ma noi possiamo, con il suo aiuto, non lasciarci annientare da esso e cercare di renderlo, con il tempo, occasione di bene. Occasione per ridare corpo a quell’amore che ci legava alla persona cara in vita, a quell’amore che le abbiamo donato accompagnandola nel suo calvario. Quell’amore che ora, senza di lei, pare aver perso ogni ragione d’essere. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Quante volte genitori che hanno perso un figlio hanno deciso, proprio in nome di quel figlio, di dare inizio a un’opera di volontariato, di aiutare quanti stanno soffrendo come hanno sofferto loro o il loro figlio? Certo, questo non può avvenire subito, c’è il tempo del lutto che va vissuto e rispettato. C’è il tempo delle lacrime e della disperazione, che va accolto, pena una fuga che ci riporta al punto di partenza. Ma quando il dolore si fa meno acuto (e questo avviene sempre nella vita, anche quando pare impossibile…) può essere d’aiuto concentrarsi sul bisogno e sulla sofferenza di qualcun altro. Non si tratta di una pratica consolatoria spicciola o di un escamotage per non pensare alla propria sofferenza. No, può essere un modo che aiuta a tirare fuori l’amore che lei ha ancora dentro di sé. Il dolore immenso per quel figlio che fisicamente non è più con lei, potrà – se lei lo vorrà e, ripeto, rispettando i tempi del lutto – aiutarla a dare amore a chi ne ha bisogno. Perché solo l’amore vince la morte. Solo l’amore dà senso, qui e ora. Solo l’amore può consolare e colmare il vuoto. Solo l’amore può darci il coraggio di un’attesa fruttuosa del tempo delle risposte, quello in cui capiremo e in cui tutto ci verrà rivelato.

Cara Teresa, le chiedo scusa per la mia inadeguatezza. Ma non me la sento di darle risposte certe che nessun essere umano può avere, nemmeno un povero frate come me. Posso solo indicarle la strada della speranza e dell’amore (che poi è l’unica che conduce all’incontro profondo con il Padre, che per amore nostro ci ha donato il suo unico figlio) e accompagnarla in questo difficile cammino con la mia preghiera. Mi siedo simbolicamente accanto a lei, piango con lei, guardo con lei quel vuoto pauroso che ora le pare la vita, nella convinzione profonda che il Signore saprà indicarle una strada feconda di futuro, nella quale, attraverso di lei, la morte di suo figlio porterà frutto, come il chicco di grano della parabola evangelica (cfr. Gv 12,24). La abbraccio forte.

Data di aggiornamento: 04 Settembre 2018

12 comments

4 Settembre 2018
It is very hard to loose someone dear. I lost my grandma five years ago. Of course it is not like loosing a son or daughter, but my grandma was very dear to my heart. I would say she was my second mother and best friend. Loosing her wasn't easy. But until today I still thank the Holy Spirit the comforter, to whom I prayed and who, like a miracle, helped me in getting over my grief and accepting God's will. I also believe that not matter how hard a situation might be, God always has a plan and we must trust him. We must pray to hear his voice and hear the message he wants us to learn and maybe spread from this bad event in our life. With Jesus, there is always a bright side, no matter how dark and sad we feel in our hearts. We just have to have faith, pray with faith, believe and leave the details to God and the Holy Spirit. I am sure they can guide you to happiness again and even to a deeper purpose of living.
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di Gina

21 Aprile 2019
Buogiorno,sono anch 'io una mamma come Teresa che brancola nel buio...alla ricerca di un senso allo stesso dramma di aver perso nel 2017 una splendida figlia di 27 anni per un male incurabile arrivato a ciel sereno.... Le mie domande ,la mia ricerca sono uguali....e il buio dell'anima anche. Ho fatto mia la Sua risposta...accettazione e abbandono. Accettare è un obbligo..la realtà non cambierà mai,ma abbandonarmi nelle mani del Signore non può avvenire a comando..ho provato un cammino di fede "forzato" ma non è stato altro che un altro peso da portare. Confido e spero che una minima luce arrivi..fede o non fede.. Abbraccio Teresa con la quale vorrei condividere un po di forza e sentirci meno sole.
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di patrizia

26 Maggio 2019
Il vostro dolore è identico al ns e anche noi genitori non ci diamo pace per la perdita di ns figlio a 54 anni con due figlie. Ci siamo chiesti sempre perché Dio che ci creò a sua immagine e somiglianza ha voluto la morte di ns figlio come Gesù? Nostro figlio non doveva sacrificarsi per nessuno come ha fatto il figlio di Dio, ecco perché piango solo il mio dolore.
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di Salvatore

5 Agosto 2019
Stesso dolore ho perso mio figlio il 03 agosto 2015 x un incidente da allora la mia vita è cambiata radicalmente ma ancora non riesco a capacitarmi e chiedo sempre A LUI NOSTRO SIGNORE PERCHÉ, ma non c'è risposta quando sento parlare colleghi e amici che i loro figli o si sposeranno o si laureranno mi viene un tale magone x questa cosa che io non vivrò mai saluti a tutti
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di Giuseppe

22 Ottobre 2019
Buongiorno. Il dolore per la perdita di un figlio è troppo grande. Giorno 21 luglio 2019, esattamente tre mesi fa, il nostro unico figlio è venuto a mancare dopo un intervento chirurgico non superato. Il bambino aveva 14 anni, e anche se era nato con tutte le sue disabilità, le sue sofferenze, per noi è stata una grande gioia averlo avuto, e aiutato con tutti i propri mezzi a vivere come meglio poteva. Ancora è presto affinché il dolore possa affievolirsi, ma la nostra vita non potrà più essere come prima. Ora lui è in Paradiso con Gesù e tutte le anime buone, con tutti gli altri bambini. Adesso dobbiamo farci forza e avere il coraggio di andare avanti, ma tutto questo avviene solo affidandoci al Signore, buono e misericordioso. Se seguiremo la parola di Dio, dopo la nostra morte il nostro spirito si ricongiungerà con quello di nostro figlio . Sarà dura, ma non c'è altra strada da percorrere.
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di Antonio

26 Gennaio 2020
CIAO IO SONO UNA MAMMA COME TANTE DI VOI, HO PERSO IL MIO UNICO FIGLIO 3 ANNI E MEZZO FA. MIO FIGLIO AVEVA 16 ANNI, LUI E' PARTITO IN UN'IMMERSIONE IN APNEA, LA SUA PASSIONE. E' SUCCESSO TUTTO SOTTO I NOSTRI OCCHI. MIOCARDIOPATIA IPERTROFICA MALATTIA CHE NON SAPEVAMO AVESSE. LUI ERA UNA FORZA DELLA NATURA MA.... UN GIORNO (DOMENICA) LA SUA CANDELA SI E' SPENTA. VUOTO ASSOLUTO!!!! DISPERAZIONE, DOLORE!!! TUTTO CIO' CHE ACCADE A OGNI GENITORE. ORA LA MIA VITA NON RIESCE PIU' A ESSERE LA STESSA, TANTA RASSEGNAZIONE E ACCETTAZIONE! MA NESSUNO MAI POTRA' TOGLIERE QUELLA MORSA DI DOLORE CHE STRINGE IL CUORE! I SORRISI NON SONO PIU' GLI STESSI MA LA VITA VA...... E IO MI TROVO A FARE IL POSSIBILE PER POTERLA SEGUIRE. INDIETRO NON POSSO TORNARE, DEVO CAMMINARE! E POI UN GIORNO SONO CERTA LO RITROVERO'. MA PER IL MOMENTO DEVO SOLO CAMMINARE. NON POSSO GUARDARE INDIETRO! SAREBBE FATALE. LUI VUOLE CHE IO SORRIDA E PER QUEL POCO CHE POTRO' CI PROVERO! GUARDIAMO AVANTI MAMME QUESTO E' CIO' CHE CI CHIEDONO I NOSTRI FIGLI
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di MARINA

17 Giugno 2020
Ho perso mio figlio lo scorso anno,vado in chiesa ,ascolto la santa messa,prego per la savezza di mio figlio e di tutta l’umanità,ma credo che la mia vita non potrà avere più senso ne tanto meno vorrei che il dolore mi abbandonasse giacché ho la sensazione che non provare dolore potrebbe significare stare lontano da lui,aveva solo 36 anni....
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di Rosa

26 Luglio 2021
Il mio dolore è recente mio figlio 26 anni è morto di infarto. Provo tanta rabbia nei confronti di Dio come può permettere tutto ciò la vita mia e di mia moglie e finita siamo disperati
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di Gualtiero

19 Agosto 2021
MACCHEBRAVI TUTTI! FACILE, NON E' VERO RIFARSI E CONSOLARSI CON UN'IMPROBABILE SCOPO RELIGIOSO! MACCHESSIGNOREBUONOEMISERICORDIOSO! NON RIESCO AD IMMAGINARE COSA ABBIA MAI COMMESSO NELLA MIA PUR PROBA VITA( POSSO BEN DIRLO...) PER MERITARMI LA SOLITUDINE DEI POCHI ANNI CHE MI RESTANO E...COMPLETAMENTE DA SOLA!
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di ALMA SERENA

22 Settembre 2021
Anche io ho perso mio figlio, aveva solo 27 anni, con lui se ne andato via mezza vita mi manca il respiro non ho momento che non penso in mio figlio
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di Alexandra

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