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Chiara Giaccardi, Mauro Magatti

Nella fine è l’inizio

In che mondo vivremo
14 Novembre 2020 | Recensione di
Nella fine è l’inizio
Scheda
Il Mulino
2020
€ 15,00

Ancora una volta Chiara Giaccardi e Mauro Magatti non deludono. La loro ultima fatica, edita da Il Mulino, è infatti un testo estremamente interessante, che andrebbe letto davvero da tutti per orientarsi nel complicato momento storico in cui stiamo vivendo. Il tema, lo si evince sin dal titolo, è una fotografia dell’attuale società alle prese con la prima pandemia mondiale. Ma, come sempre accade nei volumi di Giaccardi e Magatti, la fotografia è solo lo sfondo che aiuta non solo a capire che cosa stiamo vivendo ma anche come da questa situazione potremmo sortirne.

«Questo libro non dà risposte – precisano sin dal Prologo i due autori –. Ma cerca di districare i tanti fili che si stanno ingarbugliando in questi tempi così abissali. E lo fa con un metodo: analizzare il modo in cui la pandemia impatta sulla società che eravamo. Sui suoi punti di forza e di debolezza, sui suoi paradossi. Riconoscendo così i nuovi intrecci (ugualmente paradossali) che si stanno formando e le vie possibili verso il mondo di domani». Il percorso di interpretazione e immaginazione è tracciato a «partire da cinque prospettive sul nostro mondo globalizzato», associandole a cinque parole, cinque rappresentazioni «della nostra organizzazione sociale: società del rischio, della connessione, della libertà, della potenza (tecnica), dell’insicurezza». 

L’impatto del coronavirus sulla nostra società, letto in relazione a ciò che eravamo, consente di comprendere non solo i mutamenti in atto, bensì anche di immaginare i possibili scenari futuri. Una cosa è certa, dicono gli autori più volte nel corso del volume: non saremo più gli stessi di prima e il solo ipotizzare che si possa tornare indietro come se nulla fosse accaduto, è un errore di prospettiva che potremmo pagare molto caro, in termini di frustrazione, di rabbia, di conflitti e di depressione sia a livello individuale che a livello sociale. Noi non siamo una macchina e nemmeno la nostra società lo è: parlare quindi di ripartenza è un grave errore. E non è questione solo di parole, perché le parole, come sappiamo, creano mondi. Ciò che ci attende, quindi, è un nuovo inizio.

Il pregio maggiore del libro sta proprio nella sua capacità di dare voce a visioni possibili di futuro, spiegando come esso dipenda da noi, dalle nostre scelte, dai nostri comportamenti. Nella consapevolezza che «la speranza – concludono Giaccardi e Magatti – è una costruzione. Non è una collezione di buoni sentimenti, né è appannaggio delle anime belle». E richiede di coltivare un saper fare, saper vivere e saper pensare insieme alla capacità di mediare e di risolvere i conflitti, cui tutti, davvero tutti, siamo chiamati.

Data di aggiornamento: 14 Novembre 2020