Risollevare un quartiere
Ci sono luoghi che producono energie positive e ti animano all’impegno, alla vita. È il caso di piazza Mengaroni a Tor Bella Monaca, quartiere difficile di Roma, un tempo centro di spaccio e oggi simbolo di una rinascita che parte dai cittadini. Ma chi sono i protagonisti di questa storia di cambiamento sociale? Siamo venuti a conoscerli in un pomeriggio piovoso di inizi novembre. Alle 16.30, subito dopo la chiusura delle scuole, poco alla volta le persone arrivano qui, per giocare, partecipare ad attività didattiche, stare insieme, progettare. Cubo libro è l’anima della piazza. Una piccola grande biblioteca popolare, un centro educativo, un punto di riferimento per l’intero quartiere. Si tengono laboratori di arti pittoriche, arti di strada, lingua, fotografia, video partecipativo, ceramica, gioielli. L’accesso a questo spazio è gratuito e aperto a tutti, giovani e adulti. Claudia Bernabucci ne è la presidente: «Piazza Mengaroni era un luogo trascurato, privo di servizi pubblici. L’abbiamo resa un luogo di tutti, dove ognuno ha uno spazio dedicato, da vivere e di cui prendersi cura. Abitare in un luogo bello, curato e stimolante dovrebbe essere un diritto di tutti. Per questo cerchiamo di educare al rispetto degli spazi comuni e di coinvolgere i ragazzi e le famiglie nelle nostre attività, dai laboratori artistici alle esperienze all’aperto».
Mentre parla, Claudia non perde di vista niente e nessuno: risponde alle domande dei più piccoli, accoglie le persone, apre l’aula del laboratorio di pittura, ascolta i ragazzi che partecipano all’incontro di riprogettazione della piazza. Con la dolcezza e lo sguardo fermo di una madre con tanti figli cui badare, racconta: «Tutto è partito qui, da questa piccola costruzione a forma di cubo, dove da quindici anni organizziamo eventi musicali e teatrali, presentazioni di libri e reading. Una grande attenzione la diamo ai laboratori per bambini e siamo orgogliose di offrire attività di supporto psicologico alle persone in difficoltà».
A Cubo Libro le socie sono tutte donne: «Siamo un gruppo di giovani professioniste. Siamo partite dalle nostre competenze e dall’amore per il quartiere – spiega Bernabucci –, riuscendo, nel tempo, a ottenere credibilità, senza metterci in una posizione di scontro con le “parti maschili” che controllano il territorio. Non giudichiamo nessuno e questo ci ha consentito di coinvolgere sempre più abitanti e realtà locali, dimostrando che il cambiamento è possibile, anche in un contesto complesso come questo».
«Cresco», per rinascere
Breve excursus socio-culturale: in una sua recente inchiesta su Tor Bella Monaca, lo scrittore Christian Raimo parla di «un’illegalità amministrativa diffusissima e una situazione di tutela dei diritti intricata, un contesto dove l’informale e l’illegale si confondono, dove il 41% delle famiglie vive in povertà assoluta (la media nazionale è intorno al 7%), e il 22% ha un reddito pari a zero». Un quartiere con tassi di disoccupazione anche tre volte più alti della media romana, dove spacciare diventa la scelta più semplice.
Bastano questi dati a farci capire la necessità del lavoro che una parte di società civile sta svolgendo qui. Per questo, piazza Mengaroni è stata riqualificata grazie al progetto CRESCO, il Cantiere di Rigenerazione Educativa, promosso dalla Fondazione Paolo Bulgari. CRESCO ha dato vita a un intervento di restyling durato dieci mesi, in collaborazione con l’università la Sapienza, l’I.C. Acquaroni e Cubo Libro. «Grazie a un paziente percorso di ascolto e progettazione partecipata, avviato nel 2020, la piazza è tornata a essere un luogo bello e confortevole, uno spazio di socializzazione e ricostruzione di legami comunitari, una grande aula all’aperto per il lavoro educativo con i più giovani», spiega Giulio Cederna, direttore della fondazione Bulgari.
Il risultato di questo intervento? Un luogo completamente rigenerato, con un nuovo parco giochi, uno skate park, un campo da street basket, un palco per gli spettacoli all’aperto, una zona dove gli anziani giocano a carte. E, novità assoluta, un Patto di collaborazione tra territorio e istituzioni, sottoscritto a dicembre 2023, di cui Cubo Libro è portavoce e fautore: «Un gruppo di residenti collabora quotidianamente alla pulizia, alla manutenzione del verde e delle panchine, all’organizzazione di eventi per il quartiere. Ma il nostro impegno per il quartiere, in realtà, nasce già nel 2022, con la donazione all’I.C. “Melissa Baldi” di due giardini didattici, uno per l’infanzia e uno per gli altri cicli, per fare lezione all’aperto», prosegue Cederna.
Ma che cosa significa insegnare in un contesto come questo? In un territorio di frontiera, dove molti bambini hanno i genitori in carcere o ai domiciliari e la dispersione scolastica alle medie può arrivare al 3 o 4% (la media nazionale è dello 0,80), il che vuol dire che un alunno su venticinque non fa l’esame di terza media? Alessandra Scamardella è la preside della «Melissa Baldi». La scuola è di fatto l’unica presenza delle istituzioni, oltre al Comando dei carabinieri: «Cerchiamo di far capire ai ragazzi e ai bambini la differenza tra ciò che “è dentro” e ciò che “è fuori”. Il confine tra un luogo dove le regole democratiche hanno valore e un contesto in cui la convivenza con la criminalità è naturale».
Artigianato e musica
A dare una mano alla rinascita di Tor Bella Monaca ci pensa anche l’Accademia degli artigiani, una scuola dove si insegnano restauro del legno, fusione a cera persa, merletto e tombolo. Francesco Russo, liutaio, ne è il presidente. Capelli ricci come tralci d’uva, mani abituate al lavoro manuale, parla con passione: «La scuola d’artigianato non è un museo né un luogo del ricordo di mestieri morenti. Insegniamo ai ragazzi che esistono lavori meno noti con cui guadagnarsi da vivere. Organizziamo anche festival musicali, concerti registrati, promuoviamo artisti emergenti facendo sessioni live gratuite. E dall’estate 2024 portiamo queste iniziative anche a piazza Mengaroni».
Un’altra realtà attiva nel quartiere è il Tor Bella Music Club, associazione no profit nata nel 2022. Francesco Palandri, musicista professionista, è uno dei soci fondatori: «L’obiettivo è fare avvicinare alla musica e all’arte ragazzi che vivono in un contesto intriso di illegalità. Abbiamo una sede dove svolgiamo lavori di mixaggio, post produzione, video, attività di studio. Portiamo avanti tante collaborazioni con artisti e gruppi, dal rap allo street urban, al jazz. Stiamo ricevendo una buona risposta: diversi ragazzi tra i 16 e i 19 anni si sono avvicinati a noi per imparare a suonare. Ne siamo fieri». Si è fatta sera. È quasi ora di cena, ma le persone animano ancora la piazza. Lasciamo Tor Bella Monaca con una consapevolezza: il cambiamento non è mai immediato, né privo di ostacoli, ma la ricerca di riscatto sociale e bellezza, a volte rende l’impossibile possibile.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!