12 Aprile 2020

Uomini e donne pasquali

Un catino, un po’ di pane e vino, una croce, un po’ d’acqua, un cero acceso: tutta la settimana santa si esprime attraverso questi poveri e semplici segni. Che parlano però al cuore dell’uomo.
Un cero acceso per chi brancola nel buio.
Un cero acceso per chi brancola nel buio.
© nito100 / iStock / Getty Images Plus

Un catino, una bacinella e un asciugamano, per chi ha camminato tanto che i piedi gli fanno male. Un po’ di pane e un sorso di vino, per chi ha così «fame» che nessun cuoco di questo mondo riuscirebbe a fargliela passare. Una croce, per chi ha troppa croce sulle spalle e per chi non aspetta altro che sentirsi dire: «Dio ti ama! La tua sofferenza, la tua fatica, non è inutile e niente va perso, neanche una lacrima». Un po’ d’acqua benedetta, per chi si farebbe volentieri una bella «doccia», per lavarsi via, egoismi, rabbie, cattiverie. Un cero acceso, per chi brancola nel buio e non sa come uscirne e per chi è ormai stufo di farsi abbagliare da altre luci, fredde, anonime e pericolose.

Un catino, un po’ di pane e vino, una croce, un po’ d’acqua, un cero acceso: tutta la settimana santa si esprime attraverso questi poveri e semplici segni. Che parlano però al cuore dell’uomo, almeno di quello che è disponibile ad essere, una volta tanto, tale: nella consapevolezza che basta essere uomo per essere subito un pover’uomo. Possiamo far finta di niente, possiamo mettere il silenziatore alle domande che imperiose salgono dal nostro cuore, possiamo illuderci sottoscrivendo polizze contro la morte (i soldi, la roba, il successo, ecc.): ma almeno a Pasqua, vi prego, cerchiamo di essere autenticamente uomini!

 

Data di aggiornamento: 12 Aprile 2020
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