La naturale rabbia dei bambini
Mi scrive la mamma di Roberto, 4 anni. «Non so più cosa fare. Mio figlio ha delle improvvise crisi di rabbia. Diventa furioso e se la prende con il fratellino di 2 anni. Poi, non contento, comincia a tirare oggetti dappertutto. Allora intervengo, gli dico che non si fa, cerco di bloccarlo. Lo guardo con decisione dicendogli di fermarsi. Lui diventa ancora più furibondo, a volte cerca addirittura di darmi calci e anche schiaffi. Se c’è in casa il padre in genere si trattiene, ma io non ce la faccio più. Avrà qualcosa?».
La rabbia dei bambini piccoli è assolutamente normale e fisiologica, perlopiù legata proprio all’essere piccoli, cioè deboli, inferiori, incapaci di controllare il mondo intorno a loro. Sentono la frustrazione di non poter fare come vogliono, di essere spesso in balìa di adulti ansiosi, insicuri, incapaci di contenerli sul piano simbolico e psicologico ancor prima che educativo. Si arrabbiano per non poter guardare la tv, per dover condividere i giocattoli col fratellino o perché la mamma non gli dà sufficiente attenzione.
Confondere questa naturale emozione infantile con un disturbo psicologico appare davvero un equivoco pericoloso che fa sentire i bambini colpevoli, semplicemente per il solo fatto di essere bambini con le loro inevitabili fragilità e immaturità. Il genitore educativo, anzitutto, accetta che i figli abbiano questi momenti, evita di dar loro un significato più grave di quello che hanno, non si spaventa lasciandosi prendere dalle sue reazioni immediate.
Non è bloccando o punendo la rabbia che si aiuta il bambino, ma lasciandogliela esprimere in modo simbolico e con i necessari paletti. La tecnica del cestino della rabbia è una buona possibilità. Come funziona? Basta disegnare la propria furia su un foglio, appallottolarlo e gettarlo in un contenitore predisposto. Un gioco liberatorio per sfogarsi senza farsi male.
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