La cassetta delle cose incerte
Lo scorso autunno ero al «Giovani Verso Assisi», il grande incontro nazionale che noi frati organizziamo ogni anno dedicato a tutti i giovani che si sentono legati alla realtà francescana. Un’ occasione talvolta per affrontare anche i tanti dubbi che i giovani hanno sulla loro vita. Durante una delle serate vissute in Basilica, accanto alla tomba di san Francesco, ho avuto l’immenso dono di ascoltare alcuni di questi giovani, di farmi loro accanto, di condividere passaggi di vita intensi, impegnativi, messi tra le mie mani come tante fragili opere d’arte.
Ho ancora ben stampato negli occhi lo sguardo di una ragazza di una regione del Sud Italia, C., pieno di dubbi, di domande, di indecisioni e incertezze… Si sentiva davvero schiacciata tra le tante cose che la assillano: famiglia, ragazzo, università, futuro, gruppo in parrocchia, preghiera… In quel momento, ascoltandola, mi è tornata in mente un’immagine: qualche settimana prima, nel duomo di Monza, mi ero imbattuto in una cosa molto particolare, direi unica. Era una semplice cassetta, tipo quelle per le offerte, ma recava una scritta che mi ha davvero incuriosito: «Cassa delle cose incerte», e quindi l’ho fotografata.
Le ho raccontato di questa cassetta, e insieme abbiamo immaginato di averla lì con noi. Abbiamo provato a fare un elenco delle cose incerte e a infilarle, una ad una, dentro la cassetta. Mentre la pila di foglietti immaginari cresceva, saliva anche un leggero sorriso su quel volto tirato, che man mano si rilassava un po’. Abbiamo potuto anche scherzare e prenderci un po’ in giro per tutti i casini in cui ci infiliamo nelle nostre vite, compresi quelli che non esistono proprio e li costruiamo noi, dal nulla, con la nostra fantasia.
Quando ci siamo salutati l’elenco delle cose incerte era ancora lì, dentro la cassetta. Nessuna di queste era stata apparentemente risolta. Eppure questo gesto simbolico, questa cassetta immaginaria, ci aveva fatto bene: quando i dubbi vengono chiamati per nome, fissati nei loro confini realistici, condivisi con qualcuno di cui ci fidiamo, affidati alle mani buone e sagge del nostro Signore, lasciati anche decantare nel tempo… quando viviamo questo passaggio interiore, apparentemente banale e inutile, le cose lentamente cambiano. La realtà diventa un po’ meno ostile, la foresta dei nostri pensieri si fa un po’ più familiare, qualche raggio di luce comincia a penetrare tra i rami.
È un semplice foglietto che non esiste, con alcune parole impresse sopra, lasciato dentro una cassetta del nostro cuore, tra le mani di Dio. Eppure lentamente si scioglie, perde di potere su di noi, si rivela nella sua evanescenza e sparisce, oppure ci racconta una verità più profonda di noi, e quindi si trasforma in possibilità nuova di vita.
Fratelli, siamo tutti pieni di cose incerte
Qualche anno fa, all’inizio del cammino, credevo che, con il passare del tempo, le cose si sarebbero via via chiarite, che i dubbi sarebbero volati via. La mia povera e minuscola esperienza, invece, mi sta dicendo il contrario: con il tempo le certezze diminuiscono di numero, le domande si fanno invece sempre più profonde. Sì, perché stare con il Signore semplifica e destruttura: lentamente la sua presenza sfoglia il nostro cuore e, strato dopo strato, ci si avvicina al centro, dove le cose sicure diventano sempre meno e sempre più forti, reali, concrete, durature, mentre tutto il resto si trasfigura, rivela la sua essenza, ciò che è davvero: umanità fragile, da rispettare, da accogliere, da amare.
Facciamoci una cassetta delle cose incerte! Ascoltiamo i nostri dubbi, diamo loro un nome e una cittadinanza dentro di noi. Affidiamoli alle mani del Signore, che abita nel nostro profondo. Scrutiamoli, mettiamoli alla prova, lasciamoli sciogliere e trasformarsi. E aggrappiamoci sempre all’unica vera certezza: Dio è amore! Il suo amore fedele non ci abbandonerà mai!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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