Chi sono le Clarisse?
In un recente articolo abbiamo parlato della grande famiglia francescana e della sua variegata composizione (lo trovi a questo link). San Francesco infatti fonda ben tre ordini: quello dei frati, quello delle monache clarisse, e poi l’ordine dei laici (il Terz’Ordine appunto). Infatti fin quasi dagli inizi, in parallelo all’ordine maschile, cioè quello dei frati, nasce l’ordine femminile, o Secondo Ordine francescano. Si può dire che questo nasca la notte fra il 18 e il 19 marzo 1212, quando Chiara di Favarone (giovane ragazza nobile della città di Assisi), fuggita nottetempo da casa, si reca alla Porziuncola, dove avviene il rito della sua consacrazione: secondo l’usanza medievale, Francesco le taglia i lunghi capelli e le impone il velo monastico.
I primi tempi sono però fin da subito travagliati: una donna non poteva permettersi di vivere in mezzo ai frati! Chiara quindi è costretta a rifugiarsi in un convento di monache benedettine, finché giungerà poi finalmente presso la chiesa di san Damiano, dove presto la seguiranno la sorella Agnese e altre giovani assisane e dei dintorni, per le quali Francesco e i suoi frati avevano preparando degli umili locali adiacenti alla chiesetta.
È qui, a san Damiano, che nasce effettivamente la prima fraternità e si delinea la loro vita, dedicata alla preghiera e alla penitenza. Proprio per questa ragione queste donne vengono chiamate fin da subito le «Povere Dame di S. Damiano» o «Damianite». Sarà solamente dopo la morte di Chiara (1253) che lentamente si inizierà a chiamarle «Clarisse», in onore della loro co-fondatrice.
Vista infatti la nascita della loro esperienza si è soliti indicare in san Francesco e in santa Chiara dei co-fondatori di questo secondo ordine francescano. Proprio per questa prima piccola fraternità Francesco (in accordo e in confronto continuo con Chiara) detta loro una prima breve regola, che definisce l’effettiva nascita giuridica di questa esperienza così particolare.
La prima «protoregola» delle Damianite però deve cedere il posto alla Regola benedettina già nel 1215, come imposto dal canone 13 del Concilio lateranense IV, appena celebrato a Roma. Non passano che pochi anni che il cardinale Ugolino (futuro papa Gregorio IX), che stava seguendo da vicino al vicenda di Francesco e dei suoi seguaci, affronta la questione e scrive per loro una nuova regola (1218): è in questo momento che si impongono alle «Povere dame di san Damiano» delle norme molto rigide e la clausura papale (una forma di vita di clausura che prevede, tra le altre cose, che solo il Papa possa autorizzare i contatti con l’esterno del monastero).
In questi primi anni lentamente sorgono altri monasteri di Damianite, e tutti adottano la regola di Ugolino, pur continuando ad avere un’attenzione particolare anche per la «protoregola» scritta da Francesco. Si giunge così al 1247, quando il papa Innocenzo IV scrive una nuova regola per le «Povere dame», per provare a porre una soluzione alle diverse questioni che continuavano a turbare la vita dei monasteri. Nonostante il proposito del papa, la situazione non si appiana.
Nel frattempo Chiara, da molti anni inferma, sta da tempo implorando l‘approvazione di una sua regola, dettata dal suo letto a san Damiano. Solamente quando la morte è ormai vicina, il papa Innocenzo IV la approva: è il 9 agosto 1253, e nasce così la prima regola storicamente composta da una donna per delle donne (chiara morirà due giorni dopo, l’11 agosto).
Va puntualizzato, però, che la Regola di Chiara veniva approvata dal Papa solamente per il monastero di san Damiano, ed è l’unica ad essere caratterizzata dal «privilegio della povertà», cioè l’autorizzazione a non possedere nulla, né individualmente, né in comune: la sussistenza del monastero era affidata totalmente alla provvidenza e alle cure dei frati.
Per questo fatto furono pochissimi i monasteri che l’adottarono, mentre tutti gli altri proseguirono con la regola di Innocenzo IV. Allo scopo di ovviare a questi e altri inconvenienti e di ristabilire una certa uniformità nei monasteri delle Clarisse (è in questo momento che si inizia ad utilizzare questo nome), il cardinale protettore dell’ordine francescano, Gaetano Orsini compose una nuova Regola, confermata e promulgata dal papa Urbano IV il 18 ottobre 1263.
La nuova Regola (detta di Urbano) desumeva molti elementi da quella di santa Chiara e in parte da quella di Innocenzo IV, conservandone tutta l’austerità e il genuino spirito francescano. Per risolvere però l’annoso problema dell’assistenza materiale, stabiliva in maniera definitiva che i monasteri potessero avere possedimenti e rendite come mezzo ordinario di sussistenza, come male necessario per condurre una vita ordinata. Questa Regola, che evidentemente veniva a infrangere il «Privilegio della povertà» tanto amato e supplicato da Chiara, acuì il dissenso e il contrasto all’interno dell’ordine francescano.
Fu da questo momento che si formò dunque una duplice osservanza tra i monasteri di clarisse: tra i pochi monasteri che continuarono a seguire la Regola di Chiara e tutti gli altri che adottarono la nuova regola di Urbano. Va detto che nei decenni successivi quasi tutti i monasteri adottarono la regola di Urbano, compreso il monastero di san Damiano prima e il «Protomonastero di santa Chiara» poi (quando le monache si spostarono in città presso la nuova chiesa eretta per custodire il corpo di Chiara, nel 1260).
Nei decenni e secoli successivi i monasteri di clarisse fiorirono in tutto il mondo, e vi nacquero spesso nuove riforme, tra cui per esempio quella di santa Coleta (all’inizio del 1400) e quella delle clarisse cappuccine (nel 1500). Ad oggi perciò i monasteri delle clarisse sono raccolti attorno a diverse «obbedienze» (cioè si riconoscono in diverse regole e sono assistite da rami diversi del Primo Ordine):
- le «Damianite», dette anche «povere dame» o semplicemente Clarisse (in latino: «Ordo Sanctae Clarae», osc): seguono la Regola scritta da Chiara e approvata da papa Innocenzo IV nel 1253 (sono normalmente assistite dai frati minori «osservanti»);
- le Clarisse Urbaniste (in latino: «Ordo Sanctae Clarae regulae Urbani IV», osc urb): adottano la Regola scritta da papa Urbano IV nel 1263 (sono normalmente assistite dai frati minori conventuali);
- le Clarisse Colettine (in latino: «Ordo Sanctae Clarae reformationis ab Coleta», osc col): si tratta di una riforma sorta ad opera di santa Coletta di Corbie (1381-1447) in Francia (sono normalmente assistite dai frati minori «osservanti»);
- le Clarisse Cappuccine (in latino: «Moniales Clarisae Cappucinae o Ordo Santae Clarae Capuccinarum», osc cap): furono fondate a Napoli nel 1535 da Maria Lorenza Longo, la quale si ispirò alla riforma dei Cappuccini (sono normalmente assistite dai frati minori cappuccini).
Con queste connotazioni specifiche, l’Ordine di santa Chiara manifesta una grande vitalità e una notevole forza di espansione, specialmente nel nuovo mondo e in terra di missione.
Data la varietà delle famiglie e delle osservanze e la relativa autonomia di ciascun monastero, è difficile oggi fare una statistica rigorosa dei monasteri e delle Clarisse. Secondo l’Annuario Pontificio 2023 (con dati al 31 dicembre 2021), le Clarisse «Damianite» sono 6.015 (in 525 monasteri), le Clarisse Urbaniste 540 (in 47 monasteri), le Clarisse Cappuccine 1.644 (in 133 monasteri), le Clarisse Colettine 488 (in 45 monasteri) e le Clarisse di altre varie denominazioni 746 (in 57 monasteri). A titolo indicativo quindi si può dire che nel mondo si conoscono in totale oltre 800 monasteri, abitati da circa 10.000 «figlie» di santa Chiara.
Anche il ramo femminile del francescanesimo dette alla Chiesa una folta schiera di sante e di beate. Oltre a santa Chiara e alla sorella sant’Agnese (sepolte entrambe ad Assisi, nella basilica dedicata a Chiara), si possono ricordare: sant’Agnese di Boemia, santa Caterina di Bologna, santa Coletta di Corbie, santa Veronica Giuliani e molte altre.
i frati di Vocazione Francescana – info@vocazionefrancescana.org
Fonti: Paolo Rossi
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