Natale: un mirabile scambio
La festa del Natale è, di consueto, un’occasione per scambiarsi auguri e regali; un momento speciale che è vissuto in modi diversi, anche a seconda della propria fede. Infatti, il Natale celebra l’evento della nascita di Gesù Cristo: è questo il grande dono che anzitutto l’umanità ha ricevuto. Dio stesso si impegna a tal punto di entrare nella storia, fino a farsi uomo: si compie un mirabile scambio, che san Giovanni della Croce, nella IX romanza sull’Incarnazione e la Natività di Gesù, descrive con queste parole.
E gli angeli melodiavano
festeggiando il matrimonio
che tra due nature accadeva.
Però Dio, nel presepio,
stava piangendo e gemeva,
eran gioielli che la Sposa
al matrimonio portava,
e la Madre era stupita
quando lo scambio osservava:
in Dio c’era il pianto dell’uomo
e nell’uomo beatitudine,
ed a ciò sia l’uno che l’altro
non avevan l’abitudine.
(Cfr. «Il Divino Cantico di S. Giovanni della Croce», di A.M. Sicari ocd, ed. Jaca Book, 2011.)
Utilizzando un linguaggio sponsale, l’autore descrive uno scambio in cui Dio dona all’uomo la beatitudine, mentre, come tutti gli altri bambini appena nati, piange. È il pianto il dono che riceve facendosi uomo, esperienza a cui non è abituato, come d’altronde l’uomo alla beatitudine.
In fondo, però, il dono più grande è il legame che si stabilisce tra Dio e l’umanità, una relazione d’amore che trova in Dio la sua fonte. L’uomo è chiamato a rispondere a questo amore, attraverso semplici gesti quotidiani, e soprattutto riconoscendo nell’altro essere umano un dono. Questo è lo scambio più autentico che possiamo vivere nel Natale: riconoscerci reciprocamente un dono l’uno per l’altro. È questo il modo di riaccendere la speranza, in un mondo che spesso fatica a riconoscere la dignità della persona, anzi la calpesta. È chiaro che ci vuole giustizia, che non si può lasciare che il male dilaghi, specie quando è causato dalle scelte sbagliate di qualcuno; tuttavia, qual è la risposta? Non di certo la violenza, che genera una sempre più tremenda spirale… La proposta che ci viene dal Natale è la via della debolezza, che sembra assolutamente inefficace: Dio che si fa uomo, anzi, bambino fragile e affidato alle cure di Giuseppe e Maria, persone semplici, fuori da ruoli di potere o di prestigio. E la storia di Gesù va avanti all’insegna della debolezza; eppure chi percorre questa strada è un costruttore di relazioni, che magari non verrà sempre accolto, ma che fa tutto quello che può per far rinascere l’umanità in ciascuno.
A tutti, un caro augurio di un Santo Natale!