Istruzioni per restare imperfetti
Belli, ricchi, intelligenti, produttivi, sani e sempre disponibili: ci vuole così il mondo in cui siamo immersi. Ci vogliono così le grandi multinazionali che plasmano il mercato, ci vogliono così i datori di lavoro (non tutti per fortuna!) poco lungimiranti che guardano al profitto prima che al prodotto. Forse mai come oggi il mito della perfezione ha messo radici profonde nella nostra società, in parte cambiandola. Lo sa bene Faderico Vagni, founder e partner di Torreluna - Generative Empowerment, nonchè esperto in progetti di sviluppo del potenziale, che all'imperfezione ha dedicato il suo libro: Istruzioni per restare imperfetti. Come valorizzare i propri difetti e volersi più bene possibile (Franco Angeli). Partendo dal presupposto che il vero miglioramento personale non consiste nel correggersi, ma nell’ampliarsi, Vagni realizza un manuale pratico che, con oltre 40 schede relative ai difetti più comuni, e con l'aiuto di uno stile empatico e diretto, invita il lettore a volersi bene e a guardarsi in modo obiettivo, senza lasciarsi condizionare dai fattori esterni.
«Nella mia esperienza lavorativa incontro molte persone, e le oriento per esprimere con efficacia i propri desideri - scrive Federico Vagni -. Non è sempre facile, però, perché abbiamo imparato a non accettarci, a vederci come imperfetti o inadeguati. Allora, molte persone intendono il miglioramento di sé come un percorso nel quale sia necessario “limare” se stesse, stemperare le asperità del carattere, gestire e magari anche mascherare i propri difetti. Questo intento è sacrosanto, ma spesso ci porta a limitarci invece che potenziarci; a essere più compressi piuttosto che maggiormente liberi; a lavorare per piacere agli altri senza chiederci come piacere in primo luogo a noi stessi. Così aderiamo a modelli di perfezione che nel tempo si rivelano non solo impossibili, ma anche faticosi e poco desiderabili». Niente di più sbagliato, perchè, continua l'autore, «migliorarsi significa liberarsi, abbandonare progressivamente i propri condizionamenti, imparare ad accettarsi, volersi bene e valorizzarsi a partire da quello che si è». Se è vero che «i difetti sono quelle specificità che ci rendono speciali, diversi l’uno dall’altro», non c'è dunque alcun motivo di fare la guerra a se stessi. Leggere per credere le storie di Stefania, Marco, Simona, Giulio, Patrizia... e degli altri personaggi che, con le loro storie, rendono questo volume ricco di spunti e informazioni utili, un prezioso compagno di «viaggio».
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