È sostenibile un modo di abitare il mondo dove la crescita non sia solo tecnoeconomica ma integrale: dove le persone siano nutrite (e non di solo pane), dove ci si prenda cura delle fragilità.
Un sistema sociale che premia chi è già capace non fa altro che lasciare sempre più indietro i meno capaci, che in genere non sono tali per demerito, ma per le condizioni di vita.
All’origine della civiltà biblica c’è l’istituzione solidale della spigolatura. Quando i mietitori passavano a tagliare le messi non ripassavano una seconda volta, perché la seconda battuta era per i poveri...
Costruita attorno ai tre dogmi dell’incentivo, della leadership e del merito, l'«ideologia del management» sta dilagando ovunque, incluse le comunità cristiane e le chiese.
Oggi dovremmo prendere la parte ancora viva del cristianesimo e inculturarlo nel nostro tempo post-cristiano, che non capisce più i linguaggi della fede, ma che li capirebbe con una adeguata operazione culturale e narrativa.
Oggi è più che mai urgente re-inventare la vita adulta, schiacciata da una gioventù e una vecchiaia artificialmente sempre più lunghe. Finché non si lavora davvero non si è pienamente adulti.