Sephora kids
Desta sempre più inquietudine un fenomeno che sta prendendo piede anche in Italia e che dovrebbe far riflettere non solo genitori, insegnanti, educatori, ma tutti noi. Si tratta delle «Sephora kids», dal nome della famosa catena di profumerie diffusa in tutto il mondo. Bambine dagli 8 agli 11 anni (età da scuola primaria) sono letteralmente «ossessionate» dai prodotti per la cura della pelle, in particolare quella del viso, che le loro influencer preferite reclamizzano ogni giorno su TikTok.
Posto che a questa piattaforma social ci si potrebbe iscrivere solo dopo i 13 anni (14 in alcuni Paesi), e che quindi c’è una responsabilità dei genitori nel concedere troppo presto lo smartphone, questo fenomeno, come tanti altri, ci deve far interrogare sulla pedagogia implicita dei nostri mondi sociali e sulla distorta idea di libertà che ci viene proposta ogni giorno.
In una società dove in nome della non discriminazione si eliminano, o si stigmatizzano, tutti i simboli religiosi, si insiste invece moltissimo sull’esibizione di segnali di status (avere la pelle curata e impeccabile) in una fascia d’età che non ne ha assolutamente bisogno, e dove la pressione all’acquisto di una serie sempre più ampia di prodotti è fortemente discriminante rispetto alle possibilità economiche di molte famiglie. Creare falsi bisogni per aumentare le nicchie di mercato, alimentando il senso di inadeguatezza per chi non si adegua al trend, è davvero un contributo alla libertà?
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