Dell’umiltà si è detto molto. Ma spesso, soprattutto al giorno d’oggi, la si dipinge come una caratteristica (non certo una virtù) da rifuggire, tipica di persone rinunciatarie, «perdenti». E invece l’umiltà è tutt’altro, come spiega benissimo il libro di Francesc Torralba Roselló, Umiltà. Una virtù discreta. La parola deriva da humus, terra, e sta quindi a indicare un’attitudine molto concreta, che, appunto, ci «radica» nella vita dandoci una solidità che di rinunciatario non ha proprio nulla.
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei santi francescani. Dopo san Francesco d'Assisi è la volta di sant'Antonio di Padova (da Lisbona). Chi era il «santo dei miracoli» in parole semplici e veloci?
«La bellezza del luogo, la grazia del fiore, la soavità del profumo ci trattengono: facciamo una piccola sosta. Il fascino di Nazaret non ci permette di proseguire» (II domenica dopo Natale, 12).
Perdono, un dono all’ennesima potenza che può liberare dall’odio chi lo offre. E che a volte, quando il dolore è troppo, solo Dio ha la forza di agire.
Tra le nebbie della quotidianità possiamo scorgere dei momenti di luce che invitano alla speranza. Questa raccolta di poesie religiose, molte delle quali diventano preghiera, offre uno sguardo, sul mondo e sugli altri, che cerca la concordia, la fratellanza, la pace. Un modo di parlare della propria fede attraverso la forma espressiva dell’arte poetica, tentativo di dar voce all’incontro tra l’umanità, a volte sofferente ma desiderosa di senso, e Dio che l’accompagna con amore e fedeltà.