Vieni...

«Il Signore parla come una madre amorosa che, quando vuole abituare il figlioletto a camminare, gli mostra una mela o un pane: “Vieni, gli dice, e te lo do!”. E quando il bambino si avvicina (...), la madre a poco a poco allunga il passo» (Sermoni).
08 Aprile 2025 | di

«Il Signore parla come una madre amorosa che, quando vuole abituare il figlioletto a camminare, gli mostra una mela o un pane: “Vieni, gli dice, e te lo do!”. E quando il bambino si avvicina che quasi lo prende, la madre a poco a poco allunga il passo, e sempre mostrando ciò che ha in mano continua a dirgli: “Vieni, se vuoi prenderlo!”. La stessa cosa fa Cristo: per indurci a seguirlo, propone se stesso come esempio e ci promette il premio nel suo Regno» (Sermoni – Festa di San Giovanni Evangelista, 2)

Fa sorridere di simpatia l’immagine richiamata da sant’Antonio. Innanzitutto ci rivela l’attenzione del Santo nei confronti delle dinamiche più quotidiane della vita. Un po’ come Gesù che, nelle sue parabole, per illuminarci sui segreti più importanti del Regno di Dio, si affida ad aspetti ordinari dell’esistenza come il seme gettato, il lievito nella pasta, il lume acceso… Stupisce anche che il Santo paragoni il Signore all’atteggiamento di una mamma, evocando una somiglianza piuttosto inconsueta e, se vogliamo, alquanto ardita quando si parla del Signore. Questa mamma, anziché accontentare subito il bimbo consegnandogli il pane o la mela, lo inganna un po’, deludendo le sue attese e attirandolo più innanzi. Sant’Antonio richiama così un atteggiamento spesso trascurato ma vitale e fecondo in ambito educativo. In termini psicologici moderni potremmo definirlo come «frustrazione ottimale».

L’idea fondamentale è che quando un bimbetto deve crescere e imparare la vita nei suoi aspetti più impegnativi, a relazionarsi con serenità di spirito, nessuno potrà mai fornirgli la ricetta preconfezionata. Ci saranno ostacoli da superare, che gli permetteranno di allenarsi, di acquisire abilità nuove, anche dal punto di vista emotivo, dato che gli affetti negli esseri umani si possono e si devono imparare a esprimere. Può capitare che una mamma, un papà, troppo inclini a togliere di mezzo ogni fatica dal «campo di lavoro» in cui si ritrova il loro figlio, risolvano per lui ogni situazione impegnativa, facendogli trovare la «pappa pronta», come si suol dire. Oppure potrebbe accadere l’opposto: pretendere dai figli abilità troppo grandi, prestazioni troppo difficili, che essi non possono ancora mettere in atto perché non le hanno ancora imparate dalla vita; e così non si viene a capo di nulla, l’aspettativa è soffocante, il cammino si arresta. L’arte più delicata è quella descritta dal Santo: sollecitare nel pargolo il desiderio di qualcosa, di qualcuno, tenendo conto dei passi che è già in grado di fare e di quelli che ancora deve imparare, con equilibrio. 

Anche nel nostro cammino di fede il Signore Gesù si comporta con noi nello stesso modo, invitandoci con il medesimo stile a metterci sui suoi passi. Val la pena valorizzare alcuni tratti bene espressi da sant’Antonio. La mamma – e Gesù stesso con noi – è una madre «amorosa». Il bimbo coglie in lei questa inclinazione benevola e affidabile nei propri confronti; non è arcigna o pretenziosa. Il Signore non è mai accigliato con noi, ma amoroso e familiare! Inoltre, rivolgendosi a suo figlio, questa mamma gli dice: «Se vuoi». Non gli sta col fiato sul collo dicendogli: «Devi!». Così è anche Dio. Non sopprime mai l’incanto della nostra libertà; la rispetta sempre quando ci chiama a stare con lui. Ci fa intuire tutto il fascino di entrare nel «regno» della sua amicizia senza mai utilizzare strategie di ricatto o d’imposizione. A noi, forse, spetta rimanere svegli al suo richiamo e «allungare il passo» dei nostri sogni.

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 08 Aprile 2025

Articoli Correlati

Lascia un commento che verrà pubblicato