Un sistema sociale che premia chi è già capace non fa altro che lasciare sempre più indietro i meno capaci, che in genere non sono tali per demerito, ma per le condizioni di vita.
Da oltre cinquant’anni Egidio Guidolin colleziona quaderni, penne, libri, banchi, mappamondi e tutto ciò che, a partire dall’Unità d’Italia e fino alla metà del secolo scorso, si poteva trovare nelle aule delle scuole primarie.
Così veniva definita un tempo la mano sinistra. Essere mancini oggi non è più uno stigma, per fortuna, ma può comunque diventare un ostacolo a livello scolastico.
Meglio investire nella «valutazione evolutiva»: saper leggere gli apprendimenti degli alunni in ordine ai loro progressi, senza accanirsi sugli errori. Non si può imparare senza sbagliare.
«Non era vero niente di quello che ci lasciavano intendere gli adulti». Questo grido di protesta è raccolto da Charmet, psicoterapeuta e psicologo italiano, autore di vari saggi sull’adolescenza. È la contestazione di un adolescente di fronte alla pandemia: si è parlato tanto di regole e limitazioni, ma non si è affrontato il tema cruciale della morte, di fronte al quale ci si è trovati impreparati.
È nello «stare» che si esprime la vicinanza a chi soffre. Lo faceva anche Antonio che, prima di essere il Santo che tutti conosciamo, era stato un uomo capace di condividere il dolore, indicando a tutti l’amore di Dio.