La lettera molto intensa di un lettore offre spunti di riflessione sul tema della violenza giovanile, soprattutto a proposito del coordinamento dell’azione educativa tra scuola e famiglia.
«Il ventunesimo secolo ha avuto, fino a questo momento, un andamento ironico: iniziato in modo quasi solenne all’insegna del mito dell’irreversibilità (della democrazia, del capitalismo, delle organizzazioni internazionali e del “nuovo ordine mondiale” nel suo complesso), gli sono bastati meno di vent’anni per finire immerso in un clima dilagante di insicurezza». Comincia così questo interessante volume di Alessandro Colombo, lettura utilissima per riflettere e per interpretare, almeno in parte, la complessità di questi nostri giorni.
Lo scorso luglio sono stati vent’anni dai drammatici fatti di Genova, avvenuti durante la riunione del G8. Un’occasione purtroppo persa di democrazia, partecipazione responsabile, attenzione ai veri problemi dell’umanità, protagonismo dei giovani: a farla da padrona, invece, da una parte e dall’altra della barricata, fu la violenza fine a se stessa, la paura, la distruzione fisica e morale. Qualcuno insinua persino, e forse a ragione, la sospensione dello Stato di diritto e di giustizia. Un video e delle riflessioni di chi là, allora, c’era.
Non so se riusciremo a odiare la guerra, ma dovremmo avere il coraggio di guardare negli occhi questa maledetta pulsione alla violenza. Che Dio aiuti le mie Afriche.