Trieste è città di scrittori che hanno cambiato la letteratura e la poesia, hanno scritto pagine meticce e multietniche. A loro è dedicato il nuovo Museo della Letteratura (Lets), che ha aperto in città lo scorso settembre.
«Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza». Parola di Franco Arminio, poeta paesologo.
Nata come studiosa e traduttrice di Kierkegaard, subito dopo la fine della guerra Angela Zucconi entrò nel giro del cosiddetto «servizio sociale» e fondò con Maria Comandini Calogero la prima scuola non confessionale del servizio sociale.
Poetessa e rivoluzionaria femminista, due volte esiliata dal suo Paese, con i suoi versi Gioconda Belli è una delle voci più illustri «che gridano per la libertà del Nicaragua».
Leopardi, Goldoni, Pirandello, Moravia, Calvino ed Eco sono alcuni degli scrittori italiani più amati in Argentina. Ma nella classifica dei nostri letterati più studiati a scuola primeggia ancora Dante Alighieri.
A 40 anni Italo Calvino, nato un secolo fa, pubblicò «La giornata d’uno scrutatore», forse il suo romanzo più intimo e controverso, frutto di una riflessione decennale dello scrittore su se stesso e sul senso della vita.