28 Novembre 2022

Cento e uno modi di essere genitori

Che cosa succede se una coppia che non può avere figli biologici decide di «fecondare il mondo»? Che possono nascere tantissime opportunità, creative e, soprattutto, generative per l’intera società.
Cento e uno modi di essere genitori

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Carissimi Edoardo e Chiara, siamo una coppia sposata da quasi 10 anni. Non abbiamo figli a causa di un problema fisico e non perché avessimo escluso di averne. Abbiamo ricevuto la diagnosi già parecchi anni fa e il primo impatto non è stato facile, ma ormai ci siamo abituati all’idea. Fortunatamente io e mio marito ci vogliamo bene e l’idea di passare il resto della nostra vita tra di noi non ci dispiace. Il problema è che nell’ultimo periodo, soprattutto in me, forse perché mi sto avvicinando ai 40 anni, si è fatta presente una sensazione di vuoto, di non senso, al pensiero che per il resto della mia vita le uniche cose che riempiranno il mio tempo saranno il lavoro, le vacanze e, al massimo, qualche cena con gli amici. Capitemi, non disprezzo nessuna di queste cose e mi ritengo fortunata nell’avere un lavoro, che tra l’altro mi piace, un marito amorevole e tante amicizie. Però nell’ultimo anno è come se tutto questo non mi bastasse più. Vi confido che abbiamo escluso la possibilità dell’adozione perché ci spaventa: troppo lungo il periodo di attesa, i passaggi intermedi e troppo incerto l’esito. Condivido con voi il mio vissuto che oramai comincia a farsi pesante in me e, di conseguenza, nella nostra coppia. Grazie mille».

Anna

Carissima Anna, grazie della tua condivisione. Conosciamo molte coppie che, come voi, hanno vissuto la fatica dell’impossibilità di generare biologicamente un figlio molto desiderato. Tu e tuo marito siete già riusciti a elaborare il lutto della sterilità biologica, facendo forza su voi stessi e sul vostro amore e avete già sperimentato come una vita fatta di rispetto e cura reciproci possa comunque avere un valore e una bellezza. Siete persone dinamiche e, come tu ci racconti, fortunate nell’avere un lavoro che vi soddisfa e tanti amici che vi vogliono bene. Eppure in tutto questo manca qualcosa, non sai neppure tu perché, sai solo che in questo momento la tua vita ti sembra povera.

Quello che crediamo, ma solo tu sai se siamo fuori strada o meno, è che ci sia così tanto amore tra te e tuo marito, da risultare «troppo» per il contenitore della vostra relazione e che parte del «materiale amoroso» rischi così di essere disperso. L’amore che avresti investito nei confronti di vostro figlio o dei vostri figli oggi scalpita nella tua anima, chiede di non essere dilapidato, chiede di essere impiegato in qualcosa di altrettanto generativo quanto un figlio. La vita forse, attraverso di te e la tua inquietudine, vi sta chiamando a fecondare la realtà, a farlo in modo creativo, secondo le vostre predisposizioni.

Sicuramente il lavoro può essere un luogo d’investimento e di crescita personale, ma non può riempire la nostra esistenza; gli amici sono palestra di relazione e di affetto, ci aprono al mondo, al confronto e alle altre vite, ma neppure loro possono bastare in una vita adulta. Siete chiamati a fecondare il mondo in modi ai quali solo la vostra creatività e la relazione con il Padre celeste (anche Lui un tipo piuttosto creativo) possono dare forma. Qualche esempio? Ci vengono in mente degli amici che non hanno figli e hanno cominciato a seguire un gruppo di catechismo di prima media. Insieme pensano a come fare per far conoscere la persona di Gesù a questi ragazzini, quali esperienze possano nutrire e aprire le loro menti, quali attività siano più coinvolgenti, e questo insieme, cercando di interpretare le loro reazioni, incontrando i loro genitori, confrontandosi con il parroco. Per questa coppia il fare catechismo insieme è diventato un luogo alternativo di fecondità sia per loro che per questi (fortunati) ragazzi.

Un’altra coppia che abbiamo conosciuto, dopo la constatazione dell’impossibilità di avere figli, si è imbattuta in un sacerdote che stava vivendo un momento di crisi vocazionale: lo hanno ospitato a casa loro, inizialmente con l’idea che rimanesse un periodo, ma poi da lì non se n’è più andato (continuando a essere sacerdote). Successivamente, da questa strana convivenza è nata tra loro tre e altre coppie l’esigenza di incontrarsi per pregare, e dal pregare insieme è nata l’idea di fare qualcosa di concreto. Facendola breve, hanno fatto nascere un’associazione che, con il carisma della pace, oggi raduna tantissime persone e opera in diversi Paesi del mondo.

Conosciamo anche coppie senza figli che si sono affiancate a coppie coetanee a cui la vita ha regalato numerosi figli e sono diventate, per questi bambini, un ulteriore punto di riferimento adulto. Succede che la coppia senza figli a volte porti con sé uno o due bambini a vivere situazioni ed esperienze che magari senza di loro non avrebbero mai vissuto, oppure che regalino semplicemente un momento di maggiore calma a un preadolescente in crisi con la propria famiglia (ospitandolo in casa per qualche settimana), oppure donando agli amici-genitori qualche momento di tranquillità come coppia facendo da «babysitter» ai loro figli.

Ancora, conosciamo coppie senza figli che, attraverso l’affido etero familiare, sono diventate preziose risorse per famiglie fragili che per un periodo della loro vita non potevano occuparsi dei propri figli. Un’altra coppia, dopo aver superato il dolore per la mancata fertilità biologica, è diventata feconda assumendosi il servizio della formazione ai battesimi della propria parrocchia. L’amore che c’è tra voi due è qualcosa di meraviglioso, ma, come per l’acqua, se resta stagnante rischia di imputridirsi. Fatelo scorrere, allargate il raggio d’azione oltre gli amici, scovate quell’opportunità di genitorialità sociale che fa per voi. Carissima Anna, non sappiamo che cosa il Signore ha in serbo per voi, ma crediamo che il tuo vuoto possa diventare spazio per accogliere qualcuno che, lì fuori, aspetta solo un vostro sì.

Edoardo e Chiara Vian

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Data di aggiornamento: 01 Dicembre 2022
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