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Renzo Mandirola

Donne senza nome

Per una riflessione sul femminile nella Chiesa
07 Settembre 2024 | Recensione di
Donne senza nome
Scheda
Tau Editrice
2024
€ 16,00
Licenziato in Teologia biblica, è sacerdote della Società Missioni Africane (SMA). Dopo aver lavorato in Africa, ha ricoperto compiti di responsabilità all’interno dell’Istituto. Autore di diverse pubblicazioni di spiritualità biblica e missionaria, conduce una scuola della Parola per laici e religiosi. (Fonte: www.taueditrice.it)

Ci sono donne senza nome nel Vangelo protagoniste di alcuni tra gli episodi più carichi di significato dell’intero libro sacro. Renzo Mandirola, sacerdote della Società Missioni Africane (SMA), ce ne presenta sette, in questo volume che raccoglie e riordina una serie di incontri sulla Parola di Dio da lui tenuti. Sette donne che diventano spunto per un percorso di lectio divina (un modo di leggere, pregare e meditare la Bibbia) che aiuta a riflettere sul compito delle donne nella Chiesa. 

La struttura essenziale del libro (preghiera iniziale, brano del Vangelo, breve lectio, meditatio che cerca di calare nel quotidiano il messaggio del testo, preghiera finale e alcune domande per aiutare nella riflessione) ne fa uno strumento davvero prezioso per la formazione personale e di gruppo, sia nelle parrocchie che a livello individuale. 

Le sette figure femminili scelte dall’autore divengono modello di vite autenticamente umane, che ci parlano «di servizio», ci parlano «di audacia», «di fede», «di coraggio», «di dignità», «di cura» e «di generosità». La suocera di Pietro viene così a dirci come i «luoghi del vivere da cristiani» siano quelli della vita quotidiana (il posto di lavoro, la casa…), dando centralità proprio alla dimensione domestica, dove «la persona si sente sempre accolta, rispettata nella sua differenza» e dove può mostrare senza vergogna le proprie fragilità, per superarle con l’aiuto degli altri e poi «ridonare al mondo», in un’ottica di servizio, il tanto bene ricevuto. «La donna che bacia i piedi a Gesù» sa invece mostrarci l’importanza dell’incontro, della relazione autentica, di cui a volte ci priviamo a causa dei pregiudizi, dell’educare lo sguardo a cogliere gli aspetti positivi negli altri. Una donna che ci fa capire quanto il rapporto con gli altri possa aiutarci a fare verità in noi stessi, comprendendo che davvero siamo tutti «povericristi» in questo mondo. La «povera vedova», invece, oltre a insegnarci la fiducia, ci indica come lo stile del dono si basi essenzialmente su criteri di giustizia, e come nulla di ciò che viene fatto di buono nella vita vada perduto agli occhi di Dio. 

Donne che, come leggiamo a conclusione del volume di Mandirola, «alla loro maniera, in contesti diversi e con modalità differenti», ci mostrano quegli atteggiamenti «che il Signore Gesù vorrebbe vedere, almeno abbozzati, in ciascuno di noi». Perché, come ci ricordava papa Benedetto XVI: «Le donne definiscono il volto della Chiesa più degli uomini». 

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Data di aggiornamento: 07 Settembre 2024

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