Generare libertà
Va affrontato con calma l’ultimo libro di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, con calma, come tutte le cose belle e importanti. Perché quest’ultima fatica dei due sociologi – entrambi insegnano sociologia all’Università Cattolica di Milano – è un libro complesso e denso di intelligenti riflessioni, che tutti, proprio tutti, dovrebbero leggere. Perché offre una originale e approfondita fotografia dello stato in cui si trova la nostra società, in preda a una profonda crisi dai mille volti – antropologica, di senso, economica, ambientale, sociale… – e individua le possibili piste per affrontarla nei modi e nei tempi giusti, per non mettere a rischio la nostra stessa esistenza.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso, spiegano gli autori, l’umanità ha registrato un’enorme crescita, che ha portato «più vita» per tutti. Una cosa buona, ma, affinché questa «vita in più», andando a detrimento del pianeta, non finisca per trasformarsi in una forza solamente distruttrice capace di annientare il mondo, dobbiamo immaginare una crescita differente rispetto a quella fin qui perseguita, che non si basi più sulla «quantità» ma sulla «qualità», soprattutto di relazioni. È giunto il momento, sottolineano ancora Giaccardi e Magatti, di prendere atto che l’essere umano non domina la natura, ma dal suo grembo è stato generato: da questa consapevolezza dobbiamo partire per provare dunque a costruire un mondo e delle relazioni differenti, che ci permettano di trovare un equilibrio continuamente da ripensare. Un equilibrio che tenga conto di confini permeabili che, pur salvaguardando la nostra identità, permettano quello scambio continuo che è alla base della vita.
È infatti una visione globale, quella suggerita dai due sociologi – e supportata da evidenze scientifiche e da studi «a trecentosessanta gradi» sull’umano –, che mette al centro la relazione come principio vitale da salvaguardare e promuovere, se vogliamo che il mondo non venga distrutto dalla nostra stessa sete di vita. Per questo oggi siamo tutti chiamati a rigenerare, insieme, quella libertà di cui godiamo, ma che è in pericolo, minacciata da un mondo che, se da un lato tende a sottrarcela nel tentativo di governare la complessità nella quale siamo immersi, dall’altro, rischia di sopprimerla in una sorta di indifferenziazione che nega la stessa vita.
Sono questioni essenziali, quelle poste da Chiara Giaccardi e Mauro Magatti senza un briciolo di moralismo, ma con una autentica e profonda «passione per l’umano» che trasuda da ogni riga di questo volume: perché, come scrivono, siamo tutti chiamati «a interpretare il grande spartito della vita. Col gusto dell’ascoltare la musica suonata dagli altri, di seguirla, di accompagnarla. Aggiungendovi il nostro originale tocco». Consapevoli che è giunta l’ora di cambiare repertorio, finché siamo ancora in tempo.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!