Il pane della Parola
«Caro direttore, desidererei, se possibile, riportare sulla rivista “Messaggero di sant’Antonio” una preghiera che mi piace molto. E questo per dire, non solo a lei, ma anche a chi volesse leggerla, quanto la Parola di Dio per me è stata necessaria per andare avanti. È stato davvero il mio hobby, l’ho sempre appassionatamente cercata; è nutrimento dell’anima, mi dà forza, gioia, pace, mi entusiasma e, nei momenti un po’ bui, è luce del cuore; mi riempie di entusiasmo e di stupore sempre nuovo. [...] Signore, la tua Parola è come il pane: rompi la sua crosta, affinché possiamo gustarne la mollica, dacci di masticarla, affinché possiamo digerirla, dacci di assaporarla, affinché abbiamo il desiderio di tornare a essa, dacci di accompagnare con essa i momenti così diversi della nostra vita, come il pane accompagna i vari piatti della mensa, dacci di condividerla, come si condivide il pane. La tua Parola è così semplice e così essenziale
come il pane di tutti i giorni. La tua Parola è il vero pane, disceso dal cielo per nutrire l’umanità».
Lettera firmata
Ringraziamo la signora per la sua lettera, per la preghiera che ci ha inviato, ma soprattutto per la testimonianza della sua passione per la Parola di Dio, dono prezioso di cui possiamo fare esperienza in vari modi: sicuramente nella lettura e nell’ascolto della Bibbia, in particolare del Vangelo, in cui ci vengono proposti la vicenda e gli insegnamenti di Gesù; nella celebrazione dei sacramenti, che vedono sempre gesti e parole strettamente connessi, e sono occasione privilegiata per entrare in relazione con il Signore; infine, nella nostra vita quotidiana, nella quale Dio continua a parlarci attraverso persone, situazioni, eventi.
In tutto questo c’è bisogno di fare un buon discernimento, perché tante altre voci vorrebbero imporsi, spesso nel tentativo di renderci schiavi piuttosto che di farci liberi. Il discernimento è un’arte che si impara nel cammino della vita e si basa anzitutto sulla familiarità con le cose di Dio: la preghiera che la signora ci ha inviato ci suggerisce proprio questo, attraverso la similitudine tra la Parola del Signore e il pane. Per assumere il pane c’è un processo da compiere, fatto di alcuni passaggi essenziali, che riflettono quelli necessari per accogliere la Parola nella nostra vita: rompere la crosta, che significa vincere delle resistenze, presenti soprattutto in noi, che ci impediscono di cogliere la freschezza della Parola; masticare, cioè ascoltare e ripetere quelle frasi perché scendano più in profondità in noi, nella nostra memoria non solo razionale, ma affettiva; assaporare, che vuol dire gustare quanto è buono e nutriente questo cibo per la nostra vita; accompagnare con essa il nostro cammino, cioè farla nostra amica, capace di illuminare i nostri passi e le situazioni che viviamo; condividerla con gli altri, perché un dono ricevuto è fatto per esser nuovamente donato.
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