«Fare le cose con il cuore»: il segreto del Vangelo
Il Signore Gesù ci porta al cuore. Al cuore della nostra esperienza di Lui, di fede, al cuore della nostra esperienza umana. E non solo nel senso che ci porta al centro, al punto più importante, al nodo centrale che regge poi tutto il resto, che dà senso a tutto il resto. Ma anche nel senso che questo centro è appunto il cuore, questo centro è l’amore. «Fare le cose col cuore», si potrebbe dire, è il segreto del Vangelo.
Dal Vangelo secondo Matteo (Cfr. Mt 22,34-40)
In quel tempo, un dottore della Legge lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Ecco, Gesù ci ha già detto tutto in queste poche parole: ama Dio, ama gli altri come te stesso. Cosa c’è da aggiungere? Tutto molto semplice. Eppure, tutte le cose più semplici, tutte le cose più vere della vita, sono allo stesso tempo semplici ma anche difficili, non immediate. A volte ci sembra di aver capito tutto, che sia una lezione facile, e invece per quanto riguarda la scuola dell’amore siamo ancora lì ad annaspare, dobbiamo ancora e sempre imparare tutto, siamo impacciati, continuiamo a commettere errori, e siamo proprio come bambini in prima elementare. Allora ci mettiamo alla scuola di Gesù, la scuola dell’amore. Una scuola che come ogni scuola è fatta di tre cose: un libro, un maestro, dei compagni. Eppure questo libro, questo maestro, questo gruppo di compagni sono molto particolari, molto strani.
Il Libro
C’è il libro, il Vangelo. Eppure questo libro di scuola è un po’ strano: non è manuale, non esiste il libretto d’istruzioni per amare. Ci piacerebbe averlo, ci piacerebbe avere chiaro cosa fare, come farlo, quando farlo, e una volta fatto tutti i passaggi come indicato nel libro, allora avere il risultato: 10 in pagella! I farisei cercavano questo, perché avere delle regole chiare, osservarle formalmente, ci fa sentire al sicuro: «Sono un bravo alunno, non rischio brutti voti, …». Eppure se anche potessimo fare così, questo mi lascerebbe uguale a prima: cosa ho imparato io se semplicemente ripeto a pappagallo quello che ho sentito, se mi limito ad applicare la formuletta? Un «amare» (lo metto tra virgolette) così non trasforma nessuno, non crea niente, non salva nessuno, lascia tutto come prima. Anzi lascia tutto peggio di prima: lega dentro regole e regolette e crea un «amore» asfissiante invece che liberante! Invece il nostro libro non è manuale. È una storia. Racconta la storia d’amore più bella di sempre, quella tra Dio e il suo popolo, tra il Signore e me, e te. Perché è nelle storie che noi formiamo la nostra umanità, fin da bambini! Sono le storie che ci trasformano dentro. E allora per imparare ad amare c’è da raccontarci e continuare a raccontarti la storia dell’Amore più grande, quello di Dio per noi. Questo sì che ci cambia, questo crea novità, questo libera, questo ci plasma e ci insegna ad amare. Allora passiamo da un libro che succhia energie e ci stanca a studiarlo, ad uno che invece ci dona forza e vitalità, ogni giorno sempre nuova! E benedetto questo libro!!!
Il Maestro
È strano il nostro maestro. Un maestro normale mette al centro la materia, lui è solo uno strumento. Questo maestro invece ti chiede di mettere al centro lui stesso: Ama Dio (cioè il Maestro stesso, «Amami» si potrebbe dire) con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente («Con tutte le forze» dice il libro del Deuteronomio, che Gesù cita). È un Maestro che chiede di essere messo al centro, di essere posto nel «cuore» della nostra vita. E chiede che questo amore sia assoluto, che coinvolga tutto di me, tutto ciò che sono, tutte le dimensioni della mia vita, tutto il mio cuore, tutti i miei sentimenti, tutti i miei pensieri, tutti le mie forze, le mie decisioni… tutto! È così che questo Maestro ci insegna la sua materia, mostrandoci una cosa evidente: l’amore è del tutto o non è. Non si può amare un po’, amare un pezzettino. L’amore quello vero è con tutto ciò che sono, che siamo!
I compagni
Se il nostro maestro è così, e se questa è la regola dell’amore, allora anche i compagni non potranno essere solamente degli accessori, lì per caso. Sono pienamente parte in causa delle lezioni, perché qui si tratta di amare Dio (il Maestro) e amare il prossimo, i compagni appunto, i fratelli/sorelle di cammino. E la cosa interessante è che le due cose non vanno in conflitto fra loro, perché, dice Gesù, sono «simili», c’è un’analogia, dinamiche che si richiamano, fra l’amore di Dio, l’amore per Dio, e l’amore fra di noi. E anzi quel primo comandamento diventa la «regola» con cui verificare il secondo: io amo bene, con il cuore, i fratelli, se li amo come Dio. Altrimenti rischio che il mio «amore» diventi possessivo, interessato, soffocante, a mio vantaggio piuttosto che a vantaggio dell’altro. Allora questa è una scuola diversa, non dove sono io al centro, ma dove l’altro è al centro. Allora si torna alla sintesi iniziale, quella delle parole semplici ed efficaci di Gesù. «Vivere con il cuore»: amerai. È al futuro: è il nostro unico futuro possibile. Amerai, l’unico futuro possibile per questa umanità, l’unico futuro possibile di fronte alle guerre che sembrano mangiarsi il mondo, di fronte alla crisi climatica che mette in «forse» ogni progetto futuro. Amerai. Il futuro o è qui, o non è.
Buon cammino a tutti.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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