09 Aprile 2023

Illuminati dalla Pasqua

Impariamo da san Francesco a «celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito e come pellegrini e forestieri».
Illuminati dalla Pasqua

© Robert Alexander / Getty Images

Il tempo che stiamo vivendo porta a confrontarsi con tante situazioni che ci preoccupano. La guerra, la situazione di conflitto presente nel mondo, anzitutto in Ucraina (anche se sembra che quasi ci stiamo abituando…), la situazione economica, la questione ambientale, il tema dell’educazione delle nuove generazione, la cura degli anziani, le nuove tecnologie, in particolare dell’intelligenza artificiale, che pongono interrogativi sul futuro… e ce ne sono tanti altri, sicuramente importanti. Sempre di più, nel nostro mondo, «tutto è connesso», come ci ha ricordato papa Francesco nella Laudato si’. In questa situazione, noi cristiani, oggi celebriamo la Pasqua, evento che illumina tutta la nostra esistenza. Trovo interessante riprendere uno spunto dall’esperienza di san Francesco d’Assisi in riferimento alla Pasqua.

Dalla leggenda maggiore di san Bonaventura (FF 1129)

«Una volta, nel giorno santo di Pasqua, siccome [Francesco] si trovava in un romitorio molto lontano dall'abitato e non c'era possibilità di andare a mendicare, memore di Colui che in quello stesso giorno apparve ai discepoli in cammino verso Emmaus, in figura di pellegrino, chiese l'elemosina, come pellegrino e povero, ai suoi stessi frati. Come l'ebbe ricevuta, li ammaestrò con santi discorsi a celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito e come pellegrini e forestieri».

A una prima lettura ci verrebbe da dire che Francesco è una persona spirituale distante da noi: lui è capace di lasciar perdere le cose del mondo per puntare solo al cielo. In realtà, a ben guardare, Francesco si occupa delle cose materiali: chiede l’elemosina, e questo serve per soddisfare un bisogno concreto. Francesco, in realtà, non disprezza le cose del mondo, non sminuisce il loro valore, ma piuttosto è veramente capace di stare nel mondo perché è consapevole di essere «di passaggio».

Certo, si potrebbe intendere l’essere di passaggio come un disinteresse verso le cose, per cui posso tranquillamente rovinare, distruggere, sprecare… tanto sono «di passaggio». Non è questo il senso vero: Francesco concepisce l’essere di passaggio come il contrario del possedere, del trattenere per sé. Tanti mali del nostro tempo, ma in realtà di qualsiasi epoca, sono dovuti alla brama di potere e a quanto viene messo in atto per difendere questo potere: a ben guardare, le guerre, l’ambiente, l’economia, la tecnologia, spesso sono luoghi dove si verificano scontri di potere, in cui vince chi ne ha di più. Ma quale vittoria è questa? Purtroppo, a ben vedere, è una sconfitta dell’umanità!

Francesco propone una via diversa, anzitutto a livello personale: è uno che non ha nulla da difendere, che cammina in questo mondo senza pretendere di imporre la propria idea, che è accogliente, che è mite… una presenza così ci fa bene, fa crescere la nostra umanità.

Un caro augurio di una Santa Pasqua a tutti!

 

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Data di aggiornamento: 09 Aprile 2023
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