La luce dei sogni
Un percorso di vita disseminato di buche colme di soprusi, malattie e disavventure. Paola Fanzini le ha superate tutte a testa alta e, grazie alla fede, il buio è svanito. Non solo. In questo viaggio di rinascita, Paola ha scelto anche di dar vita alla «Lampada dei desideri», un’associazione di volontariato a sostegno dei più fragili, fondata nel 2012 nel quartiere romano della Magliana. Scopo primario dell’associazione è creare uno spazio che possa essere un punto di riferimento per le persone disabili residenti nel territorio della ASL Roma D e, al contempo, un luogo nel quale esse possano mettere a frutto i propri talenti per il bene della comunità, attraverso l’organizzazione di laboratori (cucina, fotografia, pittura, botanica…) e l’occupazione presso le varie attività (internet point, biblioteca, ludoteca, sala polifunzionale) gestite dalla stessa associazione.
I momenti difficili
«Dal 2008 – confida Paola – soffro di una malattia per cui non c’è cura e che in genere colpisce chi ha l’Aids conclamata e cioè non ha difese immunitarie. Quando la patologia si è manifestata, sono stata per due anni praticamente chiusa in casa sdraiata su un divano e questo, oltre a crearmi non pochi problemi personali, mi ha impedito di prendermi adeguatamente cura di mia figlia Emanuela (adottata all’età di 1 anno e oggi trentanovenne), affetta da una grave forma di tetraparesi spastica: purtroppo, non avendo più forza nelle braccia, quando la sollevavo mi cadeva di continuo, mettendo a rischio la sua stessa incolumità». Tra madre e figlia c’era un legame profondissimo e interdipendente: Paola aveva dato a Emanuela tutto il suo amore, ricevendone a sua volta moltissimo e trovando, in questo amore, una cura per le sue ferite interiori. Ma quando la malattia si è impossessata di ogni parte del suo corpo, Paola si è sentita incapace di svolgere il ruolo materno, e ha dovuto chiedere aiuto sperando che le venisse garantito un supporto in casa. E, invece, le hanno «tolto» Emanuela. Infatti, «a quel punto – racconta –, Emanuela è stata trasferita in una casa-famiglia. E il mio cuore si è spezzato. Sentivo che la mia vita era inutile e pensavo che la società fosse cieca e sorda ai miei bisogni e al mio dolore. Così, per reazione, ho cominciato a frequentare dei giri di persone quasi ai margini della legalità».
Ma la profonda spiritualità innata in lei e una buona dose di coraggio hanno permesso a Paola di risalire dall’abisso oscuro che l’aveva sommersa. Tutto è cominciato con uno «strano» dialogo. «Un giorno, nel 2010, mi sono ritrovata a “parlare” con Dio e gli ho detto letteralmente: “Io ora mi alzo e inizio a camminare per le persone disabili. Se vuoi prendermi appena farò il primo passo, fai pure, ma d’ora in poi non starò più qui ripiegata nella malattia e nella disperazione”. Dio aspettava solo quello… e io in breve sono diventata presidente della Consulta della disabilità del Municipio».
I tanti piccoli passi compiuti da quel momento hanno rafforzato il corpo sofferente di Paola, una donna provata dalla vita ma già forte interiormente come una roccia. Però solo la scoperta della fede, prima, e le attività di volontariato, poi, hanno operato in lei il vero grande miracolo. «Nel 2011 – racconta ancora – una persona generosa che aveva perso il fratello a causa di una malattia invalidante ha deciso di donare una struttura da destinare ad attività per persone con disabilità. Ho così ricevuto in regalo un posto bellissimo e coloratissimo ed è iniziata l’avventura della “Lampada dei desideri”». Il resto è stato un crescendo, lento ma inesorabile, finché è ritornata anche la forza di essere madre. «Dopo cinque anni, Emanuela è tornata a casa e, seppure con una fatica immensa, siamo riuscite a farcela. La presenza di mia figlia ha guarito la mia anima e il mio corpo. Mi ha aiutato a fare i conti con tutte le Paole del passato, a riconciliarmi con mio padre e mia madre, con le mie sconfitte. Mi ha liberato dalla rabbia e dal dolore ».
Un percorso non facile, quello di ricucire il rapporto madre-figlia improvvisamente troncato a causa della malattia, ma sostenuto da tre fattori: amore per il prossimo, tempo da dedicare ai più fragili e tanta fede, la vera fiammella della rinascita. «La fede è stata il colpo di luce che ha squarciato il buio in cui ero caduta. Grazie alla fede ho spezzato le catene dell’odio e del rancore, trasformando tutto in amore incondizionato. È stata una forza che mi ha aiutata a volare sempre più in alto e sto ancora salendo, perché vivere con questi “angeli” fa sperimentare il bello che si cela in ogni esperienza condivisa con loro».
Amore gratuito
Oggi Paola ha imparato ad amare senza porre alcuna condizione, ma soprattutto a vivere nella condivisione. La sua «Lampada dei desideri» è diventata una grande famiglia e chi per la prima volta ne fa esperienza finisce per rimanere affascinato dall’armonia che vi si respira. «Ogni giorno arrivo alla sede della “Lampada” con l’affanno e piena di dolori – confessa Fanzini –, poi il rapporto con gli ospiti, gli abbracci di Valentino o i sorrisi di Diana e Luciano mi restituiscono energia. Allora cantiamo, balliamo, ci divertiamo e sento la forza rinascere. Mi piace essere sempre presente, per quanto mi è possibile. Se non ci sono i capi-progetto che portano avanti le iniziative prestabilite, ci inventiamo sempre qualcosa di nuovo, che siano letture, giochi a domande, karaoke, cruciverba o disegni, ma anche meditazioni». Quello di Paola è un progetto vincente a cui è stata assegnata, nel 2018, anche la Targa del Leone d’oro di Venezia. «È importante – sottolinea la nostra protagonista – affrontare in maniera nuova qualunque problema, piuttosto che credere che la vita sia finita a causa di un limite. Io sono positiva, nonostante ogni passo che compio mi provochi un dolore lancinante».
Paola è un vulcano di idee soprattutto quando progetta i suoi piccoli gioielli, una serie di libri illustrati per bambini, ispirati alla scrittura collettiva di don Lorenzo Milani: «Alla “Lampada” creiamo anche testi per i piccoli, abbiamo imparato a editare e poi, con le illustrazioni, a creare letture animate che portiamo anche nelle scuole. Tutti i venerdì, inoltre, si accende la magia con Lamparadio, una sorta di trasmissioni e interviste divertenti. E, ancora, con il Diversamente pub, dove mangiamo insieme, intrattenendoci fino a tardi con canti, balli e giochi». Quella di Paola è la luce di una lampada fatta di sogni e di speranze; sotto il suo occhio vigile, ciascun volontario cerca di mantenerla costantemente accesa, con l’unico obiettivo di dare e amare. «La “Lampada dei desideri” è per me un vero miracolo. Solo adesso ho capito che quel Padre divino, a cui mi ero rivolta nel letto di malattia, ha ascoltato la mia supplica e mi ha benedetto. Ho compreso che Dio esiste, perché nella mia travagliata vita, dove tutto era buio, una luce si è accesa e ora so che non si spegnerà mai più».
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!