La mano del diavolo?
Una mamma mi scrive: «Sono preoccupata per mio figlio. Il prossimo anno andrà in prima elementare e temo che dovrà fare i conti con brutte sorprese. Io, che sono mancina, all’epoca non ho potuto scrivere con la mia naturale predisposizione, perché questa veniva corretta. Qualcuno addirittura mi diceva che quella che avrei naturalmente usato era la “mano del diavolo”. Ce l’ho fatta comunque, ma il mio percorso scolastico si è rivelato faticosissimo. Succederà lo stesso anche a lui? Posso fare qualcosa per evitarlo?».
A volte i problemi di apprendimento si nascondono tra le pieghe dell’ovvio. Essere mancini oggi non è più uno stigma, un pregiudizio o un’etichetta, ma può diventare ugualmente un ostacolo senza che nemmeno sia considerato tale. Me ne sono accorto di recente, quando, in occasione di una formazione, ho visitato il Centro di formazione professionale di Lecco. Osservando un loro laboratorio, ho infatti notato che su 16 tra ragazzi e ragazze, la metà erano mancini. Tenendo conto che i mancini al mondo sono il 10%, in quel Centro, che accoglie ragazzi «difficili», se ne trovavano una percentuale del 50%. Non me lo sarei mai aspettato, ma sono giunto alla conclusione che, per la scuola, il mancinismo resta un problema.
Chi scrive con la destra, potendo vedere le parole «formarsi» e scorrere sul foglio, ha una piena consapevolezza di ciò che sta scrivendo. Chi utilizza la sinistra tende invece a coprire la propria scrittura con la mano, senza poter vedere contemporaneamente le lettere susseguirsi sulla carta. Leonardo Da Vinci, che era un genio, risolse il problema scrivendo al contrario e usando poi lo specchio per leggere la sua scrittura. La scuola non lo consente. Inoltre, soprattutto nei più piccoli, la mano del mancino, che passa sull’inchiostro, rischia di creare macchie e pasticci di vario genere. Anche gli strumenti utilizzati a scuola sono prevalentemente studiati per chi usa la destra. Per i mancini ne servono di appositi, anche nel caso di una semplicissima forbice.
Che fare, dunque, perché il mancinismo non diventi un inceppamento? Innanzitutto, lavorare sulla corretta impugnatura dello strumento utilizzato per scrivere: ciò permette agli alunni con questa predisposizione – che, ricordiamolo, è genetica e non appartiene all’area della volontà – di utilizzare la penna, la matita e quant’altro in maniera corretta. Occorre, poi, una torsione del polso dall’alto in modo da sopravanzare la scrittura invece di coprirla: così l’alunno riesce a leggere ciò che sta scrivendo. Basta un semplice allenamento. Oggi a tanti bambini che scrivono con la sinistra viene naturale, altri fanno più fatica. Ricordo infine che questa attitudine corrisponde anche a una maggior creatività, fantasia e capacità di vedere i problemi da altri punti di vista. Una bella risorsa per la crescita.
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