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Laetitia Colombani

La treccia

02 Giugno 2018 | Recensione di
copertina del libro La treccia, fili di lana che si intrecciano
Scheda
Nord
2018
€ 16,90
Laetitia Colombani nasce a Bordeaux nel 1976. Studia cinema all’École Louis-Lumière, imponendosi in breve come regista e sceneggiatrice. Lavora con attrici del calibro di Audrey Tautou, Emmanuelle Béart e Catherine Deneuve. La treccia è il suo romanzo d’esordio. Per mesi ai vertici delle classifiche francesi, il libro le è valso il prestigioso Prix Relay.

Smita è un’intoccabile, una dalit, vive in un villaggio dell’Uttar Pradesh, in India, e ogni giorno raccoglie in una cesta gli escrementi di chi appartiene a caste più alte. Ultima tra gli ultimi, vive della carità che qualcuno le fa e mangia i topi che il marito cattura. Ha una figlia, Lalita, e per lei sogna una vita diversa. Giulia ha 20 anni e vive a Palermo. Lavora nel laboratorio del padre, dove si raccoglie la «cascatura» – i capelli tagliati o caduti delle donne siciliane – e si fanno parrucche e toupet. Una vita modesta e tranquilla insieme alla famiglia e alle operaie del laboratorio, in attesa di qualcosa che – è sicura – un giorno verrà. Sarah è una donna di successo. Abita a Montreal, in Canada, è divorziata, ha tre figli e un lavoro prestigioso. Avvocato in uno dei più grandi studi della città, è al culmine della sua carriera.

Che cosa unisce queste tre donne che non si conoscono, che sono diverse e abitano in tre luoghi della Terra così lontani tra loro? La treccia (editrice Nord), romanzo di esordio di Laetitia Colombani, già venduto in ventisei Paesi e per oltre un anno ai vertici delle classiche francesi, racconta come la vita e il destino delle tre donne si colleghino e si intreccino in una trama imprevista e avvincente.

Smita decide che sua figlia non dovrà subire la sua sorte e, contro la volontà del marito, sceglie di fuggire in terre lontane dove Lalita potrà andare a scuola e abbandonare un destino che sembra già segnato. Giulia scopre che il laboratorio del padre è vicino al fallimento, che il suo lavoro e quello delle sue operaie sono in pericolo. È smarrita, non sa cosa fare, eppure in qualche modo dovrà affrontare la sorte avversa che all’improvviso è entrata nella sua vita. E che altrettanto improvvisamente appare anche nella vita faticosa, ma brillante e dorata, di Sarah che vede crollare equilibri, ambizioni e speranze di fronte a un cancro che distrugge il suo corpo e annienta il suo spirito.

Le tre donne rimangono lontane, ognuna deve decidere della propria strada. Eppure qualcosa le unisce nel momento più duro, quando tutto sembra perduto, quando di fronte ai pericoli del viaggio a Smita non rimane che rivolgersi al suo Dio, Giulia alla speranza che le viene da un nuovo imprevisto amore e Sarah, che perde in un attimo tutto, si accorge che può contare solo sulla sua forza interiore e sull’affetto dei figli.

Caso? Destino? Miracolo? Intervento della Provvidenza? Oppure semplicemente una forza femminile che proprio nei momenti difficili riesce a esprimersi? Probabilmente tutto questo insieme e altro ancora. Perché succede qualcosa che noi non racconteremo, perché anche i lettori e le lettrici provino, come chi scrive, emozione e consolazione.

Smita, Giulia e Sarah non lo sanno, e non lo sapranno mai, ma sono diventate più forti e troveranno una nuova esistenza e forse una diversa felicità ciascuna grazie all’altra che non conosce. I loro destini a un certo punto s’incontrano. E s’incrociano proprio come i capelli di una bella e forte treccia.

Data di aggiornamento: 02 Giugno 2018