L'avventura
Un grande sociologo del ‘900, Georg Simmel, scrisse un saggio sull’avventura che risuona ancora oggi di grandissima forza ispiratrice. L’avventura non è una fuga dal presente, una distrazione per non sentire la noia, una occasione di eccitazione momentanea. L’avventura è piuttosto una forma di esperienza in cui la vita e gli eventi acquistano una intensità nuova. Il mondo entra dentro di noi e ci spinge fuori di noi, dalle nostre routine, dal nostro modo sempre un po’ «anestetizzato» di vivere la quotidianità, continuamente travolti da tante piccole emergenze.
L’avventura ci fa aprire gli occhi e vedere in modo nuovo. Ci trasforma. Ci porta nel cuore del flusso della vita. Ci apre a un futuro rinnovato, a un avvenire che non è già scritto ma che attende il nostro contributo di libertà. Non è un caso che «avvenire» e «avventura» abbiano la stessa radice: ad-venio, il venirci incontro dell’inedito. Una scelta come il matrimonio può essere vista come un’avventura che accende la vita, piuttosto che come un traguardo che rischia di spegnerla.
Persino un trauma può essere l’inizio di un’avventura, capace di cambiare la nostra visione del mondo e farci sentire più vivi. Per questo è importante non neutralizzare la portata di rinnovamento di questo tempo segnato dal covid con retoriche sulla ripartenza, bensì cercare di cogliere questa occasione di spaesamento forzato per intraprendere cammini nuovi, e nuovi modi di guardare alla vita e alle sue priorità.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!