Le vacanze che non ti aspetti (3^ parte)
Imparare dal fiume
«Dovrebbero esserci tanti spiriti soddisfatti a bordo delle barche; perché condurre una vita del genere significa viaggiare restando a casa». Era il 1878 quando Robert Louis Stevenson, reduce da una lunga navigazione sui fiumi e i canali del Belgio meridionale e della Francia del Sud, fornì una prima definizione di turismo fluviale nel suo libro Viaggio nell’entroterra. In canoa tra Belgio e Francia. Quasi 150 anni dopo, complice il trend in crescita dei viaggi in crociera (l’Agenzia Nazionale del Turismo prevede che la capacità crocieristica globale arriverà a superare i 746mila posti letto nel 2028, con un aumento del +19% rispetto al 2022), quello fluviale è un turismo in ascesa che, in Europa, fa perno soprattutto sui grandi fiumi come il Reno, il Danubio, il Rodano, la Loira, il Po, il Guadalquivir e così via. Accanto a queste rotte, però, hanno preso piede anche itinerari più brevi e a portata di mano, come quelli sul fiume Sile, nel Trevigiano, o sul Mincio, nel Mantovano.
Lo sa bene Giuliano Negrini, capitano fluviale responsabile di Navi Andes, agenzia con 57 anni di esperienza nell’organizzazione di crociere fluviali. «Era il 30 novembre 1968 quando partì da Mantova il nostro rimorchiatore “Andrea Mantegna” con tredici persone a bordo, in direzione San Benedetto Po, Ferrara e Venezia. In un momento in cui in Italia laghi e fiumi erano ancora utilizzati solo per il trasporto di merci e persone, noi siamo stati i primi a proporre il turismo fluviale per scoprire il territorio in modo alternativo». Oggi, anche se la proposta turistica di Navi Andes si è di molto ampliata rispetto al passato, raggiungendo sempre più spesso il Po e la Laguna Veneta, quello sul Mincio resta un turismo fluviale di giornata. «Si va dalle escursioni di poche ore (da 13 euro circa per persona) fino ai viaggi con tanto di pranzo e guida turistica che durano tutta la giornata e costano intorno ai 75 euro a testa». Un turismo dunque slow e accessibile quasi a tutti. «Su 70 mila presenze l’anno (altrettante ne contano le altre agenzie nel Mantovano) il 50% è rappresentato da scolaresche, mentre l’altra metà da gruppi, famiglie e associazioni naturalistiche» continua Negrini. Ad attirare i turisti sono gli scorci artistici di Mantova, ma anche la fioritura delle ninfee e dei fiori di loto, per non parlare degli uccelli acquatici che popolano il Mincio.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Virgilio descriveva la sua terra come un avvallamento paludoso («Non molto ha corso, ch’el trova una lama, / ne la qual si distende e la ’mpaluda; / e suol di state talor essere grama», Dante, La Divina Commedia, Inferno, canto XX). È proprio per rendere omaggio alla bellezza del Mantovano e dell’Italia in generale che il capitano Giuliano Negrini sta lavorando a un nuovo ambizioso progetto che sarà presentato a settembre. «L’idea è di recuperare e rimettere in servizio l’Azimut Atlantic Challenge, l’imbarcazione storica che nel 1988 tentò di riportare il Nastro Azzurro (trofeo alla nave che ha compiuto la traversata dell’Atlantico del Nord, dal continente europeo a quello americano o viceversa, nel minor tempo possibile) in Italia. Una volta rimessa in acqua, la prima imbarcazione disegnata da Pininfarina diverrà testimone delle eccellenze italiane». L’associazione turismo e made in Italy promette bene… Non resta che aspettare la fine dell’estate per nuovi aggiornamenti!
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