Lo stile di Colombo a Buenos Aires

Liberty e influenze medioevali. L’architetto italo-argentino ha lasciato un’impronta originale nell'identità urbana della città. Una mostra ne celebra la vita e l’opera.
16 Novembre 2025 | di

Se Buenos Aires vanta un’identità urbana riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo, lo deve anche all’architetto italo-argentino Virginio Colombo. Per questo la città porteña gli dedica la mostra «De Milán a Buenos Aires. Virginio Colombo», curata da Alejandro Machado e Jeremi Salvatierra, membri del Fondo Documental y Fotográfico Virginio Colombo, che si occupano dello studio e della promozione dell’opera dell’architetto nato a Milano nel 1885 e trasferitosi a Buenos Aires nel 1906 dove visse fino alla morte prematura, nel 1927, divenendo uno degli architetti lombardi più attivi nella capitale argentina.

Il Fondo Virginio Colombo è un archivio nato in seguito al ritrovamento, da parte di Eduardo Sanz, di un baule contenente foto, cartoline, album di famiglia, oggetti originali e documenti inediti legati alla vita e all’attività di Colombo; materiale poi valorizzato da Jeremi Salvatierra.

Grazie anche a questo ritrovamento, Colombo è stato riportato all’attenzione dell’opinione pubblica per raccontare la sua straordinaria statura professionale e creativa. Inoltre, accanto ai disegni originali di Colombo e alle foto, alla mostra sono affiancate opere di artisti contemporanei che si sono ispirati ai lavori dell’architetto milanese, seguendo così un originale itinerario storico-visivo che dall’inizio del Novecento arriva fino ai giorni nostri.

La mostra «De Milán a Buenos Aires. Virginio Colombo», allestita fino al 19 dicembre presso la Sala Pública de Lectura in Hipólito Yrigoyen 1750, è stata organizzata in collaborazione con la Biblioteca del Congreso de la Nación e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires. Tra i suoi obiettivi c’è anche quello di valorizzare il contributo artistico e culturale dato da Colombo alla città, quale autorevole testimone e interprete della presenza italiana in Argentina.

A Milano, Virginio Colombo fu allievo dell’architetto Giuseppe Sommaruga, considerato uno dei massimi esponenti del Liberty in Italia, e fu discepolo di un altro architetto, Antonio Sant’Elia, entrato in contatto con i principali esponenti del Futurismo, prima di cadere al fronte, nel 1916, durante la Prima guerra mondiale.

La formazione di Colombo risente anche dell’influenza del dibattito sull’architettura medioevale che lui combina con l’Art Nouveau italiana, ovvero lo stile Liberty, prima di avvicinarsi alla matrice classica, in seguito al tramonto della Belle Époque.

L’architetto italo-argentino non tardò a mettere in luce il suo talento dopo l’arrivo a Buenos Aires, tanto che ottenne numerosi riconoscimenti per la progettazione dei padiglioni dell’Esposizione del Centenario della Rivoluzione di maggio. In appena 21 anni egli realizzò oltre 50 edifici, per lo più orientati alle istanze della media borghesia cittadina, divenendo un nome di riferimento per lo stile Liberty in Argentina. Tra le sue opere più famose vanno ricordate: Villa Carú, Palacio Grimoldi, Palacio Lagomarsino e Casa Anda.

Colombo si occupava anche del design interno degli edifici, degli arredi, dell’illuminazione, dei tessuti, nel solco della tradizione italiana, capace di fare sintesi tra creatività, arte e artigianato, con una lungimiranza perfino in anticipo sui tempi.

Data di aggiornamento: 16 Novembre 2025
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