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Michael Rosen, Benjamin Phillips

Quel giorno

Una storia vera di coraggio nei giorni bui dell’Olocausto
27 Gennaio 2025 | Recensione di
Quel giorno
Scheda
Emme Edizioni
2025
€ 15,90
Michael Rosen è un poeta, romanziere e autore britannico, noto soprattutto per le sue opere destinate a bambini e giovani lettori. Nato in una famiglia ebrea (ricordiamo a proposito Quel giorno, edito nel 2025 da Emme Edizioni) con radici comuniste, ha studiato al Wadham College di Oxford, laureandosi nel 1969. Dopo un tirocinio alla BBC, ha lavorato come presentatore televisivo e sceneggiatore, scrivendo programmi educativi come Sam on Boff's Island. Dal 1974, anno della pubblicazione del suo primo libro Mind Your Own Business, Rosen ha scritto oltre 140 opere, affermandosi come una delle figure di spicco della poesia contemporanea per bambini. Tra i suoi successi spicca We're Going on a Bear Hunt (A caccia dell'orso), pubblicato nel 1989 in collaborazione con Helen Oxenbury, un classico della letteratura per l'infanzia, tradotto in diverse lingue e amato a livello internazionale. Dal 2007 al 2009, è stato Children's Laureate, un ruolo dedicato alla promozione della lettura tra i più giovani. Negli ultimi anni ha acquisito ulteriore popolarità grazie al suo canale YouTube, Kids' Poems and Stories With Michael Rosen, che nel 2024 conta 785.000 iscritti. (Fonte: www.ibs.it/libri/autori/michael-rosen)

Una vita «normale», fatta di gesti quotidiani e ripetitivi. Poi un giorno la routine si spezza. Accade qualcosa e l’esistenza viene stravolta. È capitato anche a Eugène Handschuh e a suo padre Oscar, i protagonisti di questa splendida graphic novel ambientata negli anni bui dell’Olocausto. Una storia colma di dolore, ma anche di speranza. «Un giorno le nostre vite cambiarono. Non pensavamo a ieri, e domani sarebbe anche potuto non arrivare mai. Dovevamo affrontare ciò che ci succedeva quel giorno. Attraversare un giorno, e poi quello dopo. E poi quello dopo ancora. Un giorno alla volta».

È il 28 dicembre 1942 quando padre e figlio, ebrei ungheresi residenti a Parigi, vengono arrestati e deportati nel campo di prigionia di Compiègne. Dopo due mesi a spaccare pietre, Eugène e Oscar sono trasferiti a Drancy, un complesso di appartamenti popolari trasformato in campo di prigionia. Colti sul fatto mentre tentano di evadere attraverso un tunnel, i nostri protagonisti si trovano di nuovo deportati, questa volta su un «carro bestiame» partito dalla stazione Bobigny di Parigi il 20 novembre 1943. Destinazione: Auschwitz. Dei 1200 ebrei a bordo solo 19 riescono a fuggire, lanciandosi dal treno. Gli Handschuh sono tra questi pochi impavidi: «Non sapevamo niente dell’Olocausto. Sapevamo che stava succedendo qualcosa di brutto, qualcosa di sbagliato. Stavamo partendo per un viaggio da cui non c’era ritorno. A meno che non ci fossimo dati da fare per trovare una via d’uscita». Durante la fuga padre e figlio si perderanno, per poi ricongiungersi a Parigi e unirsi alla Resistenza.

«Mi sono imbattuto in questa storia mentre stavo facendo delle ricerche sullo zio e sulla zia di mio padre, in Francia – scrive l’autore a margine del libro –. Come avrete notato, c’è un campo di prigionia nella storia: gli zii di mio padre ci sono stati nello stesso periodo dei protagonisti di questa vicenda. E c’è un treno, un “carro bestiame” che deportava gli ebrei da Parigi ad Auschwitz. Gli zii di mio padre furono deportati proprio su quel treno. Non fecero mai più ritorno. La storia è raccontata per voce di Eugène Handschuh ed è basata su un’intervista che egli rilasciò a “Libération”, un giornale francese, e su un libro intitolato Nous n’irons pas à Pitchipoi: Le tunnel du camp de Drancy, di Janet Thorpe (Editions de Fallois, 2004)».

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Data di aggiornamento: 27 Gennaio 2025