15 Settembre 2022

Separati da uno smartphone

Abbiamo bisogno di imparare di nuovo un modo più sano di comunicare. Talvolta la saggezza sta proprio nel saper mettere da parte le mediazioni per tornare a fare spazio a una voce e a un volto che siano quelli umani.
Separati da uno smartphone

© Halfpoint / Getty Images

«Sono una vostra abbonata non so neanche da quanti anni. Ho ricevuto il vostro giornale sempre, anche se il mio abbonamento era scaduto. [Racconta la storia della sua famiglia]. Tutto questo ho voluto raccontare della mia famiglia, perché in questi giorni c’è stato l’Incontro mondiale delle famiglie. Io non ho telefoni moderni, ho ancora il vecchio cellulare a tasti che era di mio marito. Sono cosciente che ora l’insegnamento è tecnologico, ma a me non vanno bene i cellulari dei nipoti o dei figli, perché faccio con quello che ho e mi trovo bene lo stesso.Scrivere a mano la mia storia mi fa sentire più umana, tanto non saprei usare il computer anche se lo avessi. Ho letto l’articolo del “Messaggero” di giugno [Io tu noi, chi siamo sul web?, ndr] e sono d’accordo che con i social i ragazzi e pure i grandi sono sempre e continuamente connessi. Ai miei nipoti, quando vengono da me, io ordino di chiudere i cellulari, almeno per quel poco che si possono fermare, e mi obbediscono. Quando vado a fare la spesa non trovo con chi parlare: o è gente che non conosco, o sono col cellulare all’orecchio… io dico che sembrano tanti zombi. Posso capire per il lavoro, ma la gente non vuol parlare più. Ora termino e vado a fare il nuovo abbonamento. Con gratitudine».

Mirella

Cara Mirella, la sua lettera è davvero molto bella, e qui ne abbiamo riportato solo una parte, perché ci ha raccontato della sua vita e della sua famiglia e ci è sembrato doveroso custodire la sua preziosa storia. La ringraziamo per la sua fedeltà nel seguirci come abbonata!Nel suo scritto ha messo in luce una questione molto attuale: i mezzi di comunicazione che abbiamo ci permettono di essere continuamente connessi, ma rischiano (paradossalmente) di diventare un ostacolo per la comunicazione. Strumenti di distrazione di massa, li ha chiamati qualcuno: ad esempio, lo smartphone è una fonte continua di provocazioni, che ininterrottamente richiede attenzione e diventa spesso un’ottima scusa per evitare la conversazione o toglierci dall’imbarazzo. Una volta facevi finta di guardare in giro, oggi tiri fuori il cellulare.

Abbiamo bisogno di un po’ di igiene comunicativa, di imparare di nuovo un modo più sano di comunicare. Talvolta la saggezza sta proprio nell’ordinare di fermarsi, nel mettere da parte le mediazioni e far spazio a una voce e a un volto che siano quelli umani, senza finestre o altre cornici che forzano una certa prospettiva nell’incontro con l’altro. Di questa igiene fa parte anche la scrittura, specialmente il riprendere a scrivere a mano: lo spazio di un foglio bianco, sul quale scivola la punta della penna, dà la possibilità di raccontarsi e di rispecchiarsi, di consegnare quelle emozioni e sentimenti che stiamo vivendo, prendendo un po’ la distanza da essi e sviluppando una maggiore consapevolezza… Sì, ci rende più umani, nel senso che ci aiuta a riconoscere chi siamo per davvero.

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Data di aggiornamento: 15 Settembre 2022
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