S.O.S.: il Pianeta ha la febbre

Quale impatto il riscaldamento globale avrà nei prossimi anni sulla salute dell'umanità? A poco serve spaventarsi o ignorare il problema. Iniziamo invece a fare, nel nostro piccolo, la differenza.
19 Luglio 2022 | di

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, tra il 2030 e il 2050 gli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici provocheranno a livello globale circa 250 mila morti in più l’anno. Il riscaldamento globale indotto dall’immissione in atmosfera di enormi quantità di anidride carbonica prodotta dalle attività umane è in corso da più di un secolo e i suoi effetti si sommano e si amplificano sotto traccia. Molti pensano: «Uno, due o tre gradi, che cosa possono cambiare?». Ma non si tratta di avere 33 gradi d’estate quando prima ne avevamo 30. Gli aumenti di cui si parla sono la media ottenuta da aree del mondo in cui il fenomeno, nella sua complessità, produrrà effetti diversi: in alcuni luoghi la prolungata siccità favorirà incendi e desertificazione, mentre altrove ci saranno allagamenti per piogge violente e abbondanti come non si erano mai viste prima. Il livello dei mari si innalzerà fino a sommergere piccole isole e città costiere, mentre lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe far scarseggiare sempre più spesso l’acqua anche alle nostre latitudini.

Gli effetti sulla salute

L’impatto di tutto ciò sulla salute sarà notevole. L’aumento delle temperature, che già nella primavera di quest’anno hanno raggiunto in alcune aree dell’India livelli difficilmente tollerabili, potrebbe incidere sulla qualità dell’aria e sull’aspettativa di vita di fragili e anziani, rendendo difficile il lavoro fisico all’aperto. Gli eventi meteorologici estremi e le alluvioni porteranno con sé un carico di vittime accidentali, oltre alla possibilità di epidemie. Laddove mancherà l’acqua i terreni diventeranno incoltivabili, aumenteranno la malnutrizione e le malattie da carenze alimentari, e diventerà inevitabile emigrare, in ondate che troveranno probabilmente sempre meno accoglienza. In cerca di nuove aree da dedicare all’agricoltura si abbatteranno sempre più foreste, con il rischio di avvicinare agli esseri umani i microrganismi che ancora vi sono nascosti e che potrebbero scatenare nuove pandemie. Infine, col riscaldamento delle aree temperate, gli insetti che trasportano le malattie tropicali si sposteranno sempre più alle nostre latitudini, come già accade da diversi anni. 

Più consapevoli, più sani

Insomma, la crisi climatica non è qualcosa che interessa solo gli scienziati o il destino dei ragazzi dei Friday for future con i loro cortei e i loro striscioni, o dei loro figli e nipoti, come qualcuno potrebbe pensare. La crisi è già qua e l’emergenza è in corso. Ignorarla, come faceva chi ballava sul ponte del Titanic, non ci aiuterà ad affrontarla meglio. Esserne consapevoli, invece, significa dare ai decisori politici il consenso per fare scelte su cui esitano, ritenendole impopolari. Nel nostro quotidiano, con piccoli cambiamenti nelle scelte (mangiare meno carne, andare più spesso a piedi o in bicicletta, ridurre l’uso del condizionatore d’estate e del riscaldamento d’inverno, per citarne alcune) possiamo fare la nostra piccola parte per ridurre il nostro impatto sul pianeta e allo stesso tempo aiutare già da ora la nostra salute con uno stile di vita più sano.

 

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 21 Luglio 2022

Articoli Consigliati

L'avventura

01 Febbraio 2022 | di
Lascia un commento che verrà pubblicato