27 Maggio 2025

Un anno di scuola lungo le Strade Maestre

Il 3 giugno arriveranno a Trieste i ragazzi e i professori-guide di «Strade Maestre». Una classe, un anno di scuola itinerante per tutta l’Italia. Oltre duemila chilometri a piedi, studiando, ascoltando lezioni, imparando, parlando, camminando.

Un anno di scuola lungo le Strade Maestre

Avevo promesso che mi avrebbero trovato a Trieste ai primi di giugno. Vi arriveranno il 3 e vorranno prendersi un giorno di quiete per guardarsi negli occhi e pensare cosa hanno fatto in quasi nove mesi di cammino. Non posso mantenere la mia promessa, non potrò esserci, non sono riuscito a camminare con loro nemmeno un giorno, ma il mio cuore ha accompagnato questi ragazzi nel loro viaggio lungo le «Strade Maestre».

Otto ragazzi, tra i 17 e i 18 anni, studenti degli ultimi anni delle superiori, e tre professori-guida hanno percorso l’intera Italia a piedi. Duemila chilometri, 240 giorni di viaggio, un anno scolastico stupefacente trascorso con le più belle lezioni che si possa immaginare: gli insegnanti sono stati la natura, i piedi, gli incontri (migliaia, almeno dieci ogni giorno), le narrazioni di geologia e storia, di matematica e filosofia mentre cammini o mentre ti senti accolto con felicità in un cascinale, in un monastero, in una sede scout, in una palestra, in un rifugio di montagna, in un sala parrocchiale, a casa di amici entusiasti di avere questi otto ragazzi e i loro prof a cena con loro. Ho sorriso quando ho letto che a Napoli sono stati ospitati in un hotel a quattro stelle (Palazzo Caracciolo), mentre a Matera hanno dormito e mangiato nei locali nei quali don Angelo, parroco di San Rocco, accoglie migranti e poveri. 

Ricordate? Avevamo parlato di questa «classe camminante» lo scorso settembre, al momento della loro partenza da Orvieto. Li abbiamo seguiti, passo dopo passo, per la Tuscia e l’Umbria, li abbiamo visti sbarcare in Sicilia, risalire la Calabria, raggiungere Matera e la Puglia. E poi non fermarsi più: la Toscana, gli Appennini, Venezia, il Friuli, ripercorrendo cammini celebri, la via Francigena, il sentiero Italia, i percorsi materani, il cammino dei Nomadi Digitali, leggendo Leopardi davanti al Vesuvio o studiando fisica risalendo l’Appennino… Una scuola formidabile, che ogni giorno ha scoperto nuove maniere di insegnare e di apprendere. «La filosofia e la matematica sono nate camminando» ha spiegato ai ragazzi Federico Coglitore, prof di matematica, che ha camminato con loro per un mese. Marco, Marcello e Roberto hanno accompagnato i ragazzi in tutti questi mesi, altre decine di persone (altri prof, altre guide, altri compagni di viaggio) si sono unite per una tappa, per una settimana, per venti giorni. 

Sono cambiati i ragazzi in nove mesi di cammino? «Il loro sguardo – è sicuro Marco –. Erano più bambini quando li abbiamo incontrati la prima volta, adesso sono dei giovani adulti. Sono aperti, si spiegano meglio, parlano con tutti, sanno affrontare imprevisti. Sono migliorati, sono più liberi». E voi, voi prof e guide, Marco? «Io? Sono diventato più morbido. Non pretendo più di aver tutto sotto controllo, di sapere sempre cosa accadrà, ci è capitato di inventarci un itinerario, di non sapere dove avremmo mangiato o dormito». Facile ricordarsi di Antonio Machado, poeta spagnolo: «Caminante no hay camino, se hace el camino en el andar». A febbraio faceva freddo e qualche ragazzo ha avuto bisogno di giorni di riposo, c’è chi ha avuto bisogno di «staccare per un po»: «Non possiamo sempre essere sicuri di tutto». Ho letto un’intervista a Marcello, un altro prof-guida: «Ci sono dei momenti in cui va meglio e altri in cui va peggio, anche in natura, e bisogna adattarsi. Dopo, guardi indietro e dici: ehi, ce l'ho fatta, e ti senti più forte».

Due ragazze, Lisa e Anna, hanno lasciato il gruppo in Friuli, a metà maggio. Hanno gli esami delle prove Invalsi, dovranno affrontare la maturità, ma torneranno: per niente al mondo mancheranno l’arrivo a Trieste. Si riuniranno ai loro compagni per gli ultimi tre giorni di cammino. Questo straordinario anno scolastico ha fatto nascere una vera comunità. Non solo gli studenti e i prof camminanti, ma tutti coloro che li hanno aiutati, che sono stati vicino a loro, che hanno percorso tratti di strada assieme. «Li sentiamo con noi, li vediamo al nostro fianco» mi dice Marco. C’è chi se ne è accorto e ha trovato la parola giusta: «Siete una fraternità» ha detto loro don Francesco, custode del monastero di San Magno di Fondi, nel Lazio. Ed è vero. Credo che sia vero. 

Ho il timore del loro distacco, le storie finiscono. I ragazzi si lasceranno tra pochi giorni. Dovranno sostenere esami da privatisti nelle loro scuole di provenienza (tutte diverse). Lolevia, la ragazza australiana, di Alice Springs, uno dei territori «remoti» di quel continente, che si è unita a loro fin dall’inizio, tornerà a casa. Non c’è malinconia, Marco? «Sai cosa scrive il filosofo Henry Bergson? Là dove vedete dei punti, io vedo delle virgole. La vita corre, ti prende, ti lascia, trattiene, ritrova».
 
Fatemi tornare a scuola. Fatemi camminare per un anno. 

Per seguire: www.strademaestre.org

(Strade Maestre ripartirà con il prossimo anno scolastico. Si stanno già svolgendo colloqui conoscitivi con giovani e famiglie interessate a partecipare a questa esperienza. È riservata a ragazze e ragazzi degli ultimi tre anni delle scuole superiori. Info: www.strademaestre.org/giovani-e-famiglie/)

(Foto: Strade Maestre/CamminaMenti)

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Data di aggiornamento: 27 Maggio 2025
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