Il libro, scritto a partire dall’esperienza di don Fabio Rosini nel campo dell’evangelizzazione (tra l’altro, il percorso delle dieci parole e dei sette segni), è pensato per chi è impegnato nella trasmissione della fede. Anzitutto vengono messi in luce due elementi critici: la scissione tra realtà compresa e realtà vissuta, che porta a essere spettatori della vita, incapaci di ascoltare veramente la parola; la crisi della paternità e dell’autorità, che hanno l’effetto di compromettere il percorso che rende adulti autonomi, capaci di amare. Ma l’evangelizzazione è ancora possibile, a patto che si recuperi l’equilibrio tra tre aspetti: la traditio educativa, in quanto la fede si riceve come dono, è la Chiesa che la trasmette; l’autonomia e la libertà dei figli di Dio, in quanto la fede richiede una libera adesione; l’appartenenza alla Chiesa, in quanto lo scopo è la comunione, la vita fraterna con gli altri. Illuminante è il rilevamento delle patologie della predicazione odierna, di fronte alle quali è necessario recuperare il potere generativo della Parola, che ha origine dallo Spirito, investe le nostre capacità mentali e ci dà le chiavi per leggere il nostro presente.

In che modo costruire un percorso di fede? Lo schema è già dato, non serve inventarsi nulla, basta ripartire dalla Scrittura (che si radica e si esprime nella Liturgia), dalla Tradizione e dal Magistero (in particolare dalla vita dei santi). La modalità è graduale, come nelle realtà naturali: serve cura per impostare bene l’inizio del cammino, altrimenti si rischia di compromettere il risultato (un esempio icastico è il lungo cammino di catecumenato nella Chiesa). Infine, l’atto della trasmissione della fede è atto agapico: non solo contenuti, ma un atto globale, che coinvolge tutto l’agire umano.

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