Prevenire la miopia
Aumenta di anno in anno in tutto il mondo il numero di bambini che per leggere alla lavagna hanno bisogno degli occhiali. Ci si chiede, quindi, come porre rimedio a questa «epidemia di miopia», che, con il passare del tempo, potrebbe, nei casi più gravi, facilitare complicazioni come distacco di retina, glaucoma, degenerazione maculare, fino alla cecità. Il fenomeno non è nuovo, anche se qualche studio suggerisce che nel 2020-2021 stare molto di più in casa e davanti ai dispositivi elettronici – anche per seguire la didattica a distanza – gli abbia dato un nuovo impulso.
All’origine di questo difetto visivo ci può essere infatti una componente genetica, che lo rende più comune in certe famiglie e in certe popolazioni, ma fondamentali sono anche altri fattori, tra cui il più importante sembra essere proprio il tempo trascorso all’aperto. Come questo freni o blocchi l’allungamento del bulbo oculare che rende difficile mettere a fuoco gli oggetti più distanti non è tuttavia ancora del tutto chiaro. Alcuni scienziati hanno chiamato in causa la luce, altri la presenza di oggetti diversi a diversa distanza che in qualche modo «allenerebbe» la capacità di adattamento della vista.
La questione è molto sentita in Cina e in altri Paesi asiatici, come Singapore, dove c’è una maggiore predisposizione genetica e dove l’infanzia è più spesso rinchiusa tra quattro mura, sia per la forte pressione sul rendimento scolastico fin dai primi anni di vita, sia per il fatto di vivere spesso in megalopoli che, per inquinamento o per mancanza di sicurezza e di spazi, ostacolano qualunque attività outdoor.
È soprattutto in quella parte del mondo, quindi, che si sperimenta, come strumento di prevenzione della miopia, l’esposizione dei bambini a diversi tipi di stimolazioni luminose che potrebbero indurre la sintesi di neurotrasmettitori protettivi oppure migliorare la perfusione sanguigna. Qualche esperto avanza dei timori sulla sicurezza di questi approcci, già fatti adottare come routine quotidiana a decine di migliaia di bambini, così come sull’opportunità di usare a scopo preventivo l’atropina, cioè le gocce usate dagli oculisti durante le visite, che si è già dimostrata efficace come cura. In alcune classi cinesi si è provato un approccio meno invasivo, con pareti di vetro o tappezzate con paesaggi che diano l’impressione di stare all’aria aperta.
Un’ora all’aria aperta
La soluzione più semplice ed efficace, però, sembra quella di Taiwan, dove è stato inaugurato, con grande successo, un programma che prevede per tutti i bambini due ore al giorno di attività all’aria aperta. Puntare a questo obiettivo – anche riducendolo a un’ora sola al giorno – permetterebbe di ottenere con un solo intervento molti più vantaggi: non solo nella prevenzione della miopia, ma anche dell’obesità, del diabete e di altre malattie metaboliche, con grandi vantaggi in termini di salute mentale e perfino – lo dimostra l’esperimento di Taiwan – nelle performance scolastiche.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!