Brain rot

Significa «marciume cerebrale» la parola del 2024, secondo l'Oxford Dictionary. La buona notizia è che oggi sono proprio i più giovani a usarla, consapevoli del possibile impatto nocivo di un’esposizione eccessiva a contenuti poveri.
02 Febbraio 2025 | di

La parola del 2024, secondo l’Oxford Dictionary, è stata brain rot, letteralmente «marciume cerebrale» ovvero «il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, visto soprattutto come il risultato di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo». Il termine descrive le preoccupazioni relative all’impatto del consumo eccessivo di contenuti online di bassa qualità sui social media, ed è molto utilizzato dalla Generazione Z (nati tra il 1996 e il 2010) e dalla Generazione Alfa (nati dopo il 2011). Sono queste le comunità in gran parte responsabili dell’uso e della creazione di quei contenuti digitali mediocri a cui il termine si riferisce.

Pare che il primo a usare brain rot fosse stato il filosofo e poeta americano Thoreau nel 1854, in uno scritto dove criticava la tendenza della società a rifuggire dalle idee complesse, rifugiandosi nelle semplificazioni e nella banalità, come segno di un generale declino dello sforzo mentale e intellettuale: «Mentre l’Inghilterra si sforza di curare il marciume delle patate, non si sforzerà nessuno di curare il “marciume del cervello”, che prevale in modo molto più diffuso e fatale?». La buona notizia è che oggi sono proprio i più giovani a usare questa espressione e ad averla resa di tendenza: la consapevolezza del possibile impatto nocivo di un’esposizione eccessiva a contenuti poveri è già un primo passo.

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Data di aggiornamento: 02 Febbraio 2025

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