Per una cultura del rispetto
«Gentile redazione, penso che oggi ci sia bisogno di più rispetto e buon senso. Vorrei vedere in tv, sui giornali, su internet, dai cittadini, in pubblico e in privato, maggiore rispetto. Un rispetto, sia nella società in generale, sia nei comportamenti personali verso gli altri, accompagnato anche da più umiltà e buon senso. Si vedono troppi comportamenti negativi, girano insulti, volgarità, parolacce e titoli dispregiativi di ogni genere. A cominciare da quei politici e personaggi pubblici che ci danno un cattivo esempio, ma non solo: ci sono tanti cittadini con troppa aggressività, che non adottano il minimo rispetto e buon senso né per sé né per gli altri. Se alla base di ogni persona ci fosse più consapevolezza dell’importanza del rispetto, ci sarebbe sicuramente meno violenza nelle famiglie e nella società, e questo porterebbe a una convivenza migliore, più costruttiva e positiva, sia sul piano civile che sociale che culturale. Allora io chiedo, gentilmente: cari mezzi d’informazione, cara scuola di ogni ordine e grado, care istituzioni a ogni livello, care associazioni, care parrocchie, fate più informazione e formazione sulla cultura del rispetto delle regole e, in particolare, sul valore del rispetto della persona. Questo servirebbe per prevenire tante situazioni negative e di violenza, che purtroppo avvengono ogni giorno nella nostra società».
Lettera firmata
Il rispetto delle regole e delle persone è senza dubbio un elemento fondamentale nei rapporti sociali. Purtroppo, molto spesso assistiamo a scene o a discussioni poco dignitose, nelle quali, per far prevalere la propria idea, si cerca di distruggere l’altra persona, con continue svalutazioni e attacchi. È una modalità che fa leva sugli istinti e le emozioni, sulla «pancia» più che sul ragionamento razionale, sull’argomentazione e sul cercare di affrontare insieme le questioni. Come fare, allora, per promuovere una cultura del rispetto? Non è facile, perché stiamo assistendo a una sempre più forte polarizzazione delle prospettive: spesso tendiamo a cercare qualcosa che confermi le nostre idee e le rafforzi, mentre invece temiamo ciò che le mette in discussione. Tutto questo alimenta una dinamica di scontro e di contrapposizione che pare irrisolvibile. Nella nostra rivista stiamo invece tentando di affrontare i temi con pacatezza e con rispetto, cercando di sentire pareri diversi e provando a metterli in dialogo. Chiediamo ai nostri collaboratori e ci impegniamo in redazione ad argomentare quanto proponiamo perché non si può pensare di basare le scelte, dalle piccole quotidiane alle grandi che coinvolgono l’intera società, sull’eloquenza di qualcuno, sulla sua capacità di sovrastare gli altri o di far leva sui loro sentimenti. Invece, attraverso la riflessione, l’argomentazione e il dialogo pacato si può conoscere davvero questa realtà e cercare di comprenderla nella sua complessità, senza cadere in risposte affrettate e impulsive, che nascondono spesso rischiose semplificazioni.
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