28 Settembre 2025

Strade maestre, un altro anno in cammino

Continua il progetto della «scuola in cammino» di «Strade maestre»: a ottobre la classe attraverserà il Piemonte, sconfinerà in Francia, troverà il mare a Ventimiglia, esplorerà la Liguria, per poi imbarcarsi, a metà novembre, per la Sardegna.

Strade maestre, un altro anno in cammino

Lo scorso anno scrivevo di provare «ammirazione» e anche «una piccola invidia». Da troppi decenni non sono uno studente del triennio delle scuole superiori. Devo farmene una ragione, non posso partecipare alla «scuola in cammino», non posso iscrivermi all’anno scolastico che avrei sempre sognato. Quest’anno, a metà settembre, la notte prima dell’inizio delle «lezioni», è stata trascorsa, credo con emozione, a duemila e cinquecento metri di quota nei letti a castello dell’Ospizio del Gran San Bernardo, nelle Alpi del Vallese. Per poche centinaia di metri questa è terra Svizzera, il confine con l’Italia è davvero a un passo verso Sud. 

Divago: questo antico monastero, gestito dai canonici di Sant’Agostino, venne costruito mille e più anni fa per aiutare, soccorrere, ospitare, offrire un rifugio chi attraversava le Alpi tra il cantone Vallese e la Valle d’Aosta. Allora era un cammino pericoloso, minacciato da briganti e tagliagole. A me oggi appare un territorio «meticcio»: zona di frontiera all’estremo Nord dell’Italia, luogo di ospitalità, una chiesa dedicata a San Nicola, patrono di Bari, santo orientale, venerato da cattolici e ortodossi. Qui parte il cammino italiano della via Francigena che conduce a Roma, per raggiungere poi la Puglia, da dove salpare per la Palestina. Prima dei ragazzi di Strade Maestre, questa strada è stata percorsa, per secoli, da centinaia di migliaia di pellegrini. 

Primo giorno di scuola. Sono stati quindici chilometri. Dislivello in discesa di mille metri. Cinque, sei ore di cammino. Arrivo a Echevennoz. Quest’anno sono quattordici gli studenti-camminatori. Più i professori-guide. C’è anche un cane, si chiama Tumpi, il cane di Pietro, uno dei prof. Una ventina di persone in tutto. Splendida compagnia per cominciare un anno scolastico. I ragazzi che lo scorso anno camminarono per duecentoquaranta giorni, discendendo e risalendo l’Italia, dalla Sicilia a Trieste, sono stati tutti promossi agli esami che, in estate, hanno dovuto sostenere da «privatisti». Camminare è stata una scuola più che formativa. Non ci si siede sui banchi, ma si cammina, si studia tra i boschi, si apprende matematica mentre si lavano i calzini o si aspetta di buttare la pasta per la cena serale. Spesso ci si ferma per studiare, scrivere, riflettere, prendere fiato. Poi si ricomincia. 

Nei giorni aostani di questa «classe in cammino» i ragazzi hanno avuto professori speciali: guide alpine hanno spiegato le regole della sicurezza in montagna, una nutrizionista ha dato lezioni per una corretta alimentazione, hanno visitato il Museo della Montagna del Forte di Bard, incontrato gruppi di scout. Poi un giorno di riposo ad Aosta. Adesso i ragazzi stanno discendendo per il Piemonte. Hanno seguito la Val Chiusella per raggiungere Torino. Il primo di ottobre, alle 10.30, nel capoluogo piemontese, hanno un appuntamento pubblico al Museo Nazionale della Montagna per raccontare e spiegare questo progetto straordinario. 

In questo ottobre la classe attraverserà il Piemonte, sconfinerà in Francia, troverà il mare a Ventimiglia. Esplorerà la Liguria, per poi imbarcarsi, a metà novembre, per la Sardegna. Che avventura scolastica: percorrere l’interno dell’isola in pieno autunno lungo un crocevia di sentieri: il cammino di Santu Jacu, i percorsi francescani, le vie dei minatori nell’Iglesiente. A quel punto, vigilia di Natale, sarà finito il primo trimestre di scuole. Ad anno nuovo si riparte da Civitavecchia. Dove potrò incontrare questi ragazzi? Riuscirò a camminare con loro almeno un giorno? Lo scorso anno, l’anno scolastico terminò a Trieste. Quest’anno l’Italia si capovolge: a quel che capisco i giorni finali saranno in Sicilia. 

Ai professori-guide-camminatori che hanno reso concreto il progetto di una «scuola nomade» (o «semi-nomade», come dice Marco, uno dei protagonisti di Strade Maestre, insegnante di filosofia, italiano e geografia) si sono aggiunti altri docenti con lo zaino in spalla. «Le competenze complessive del gruppo in cammino sono più significative rispetto a quelle offerte da una singola persona». In fondo, il principio della «comunità» è quello dei canonici agostiniani del Colle di San Bernardo.  

Leggo i diari dei ragazzi e delle loro guide nei primi giorni di cammino. Si cercano parole per raffigurare il tumulto che c’è nel cuore e nelle gambe. Leggete cosa scrive Amanda: «Timore che sfuma in coraggio. / Solitudine che si trasforma in legame. / E mentre scrivo, sento che questo è solo l’inizio. / Il cammino è dentro di me, è dentro tutti noi». E io cerco di immaginarmi l’incontro, avvenuto fra Pont-Saint-Martin e Borgofranco d’Ivrea, tra questi ragazzi di 17/18 anni con una pellegrina francese di 70 anni (scrivete i nomi, ragazzi), «piena di energia e saggezza», con cui sono avvenuti «scambi preziosi». Vi raggiungo, per una lezione di un giorno. Buon cammino. 

Per seguire «la scuola in cammino»: www.strademaestre.org e https://www.facebook.com/strademaestre.info

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Foto: www.strademaestre.org

Data di aggiornamento: 28 Settembre 2025

Articoli Correlati

Articoli Consigliati

Fratelli e connessi

24 Settembre 2025 | di
Lascia un commento che verrà pubblicato