Quanto è importante conoscere, sapere, essere informati da più punti di vista per condurre al meglio la propria e vita e quella delle società in cui viviamo? A questa domanda probabilmente gran parte di noi risponderebbe che è importante, sulla scorta anche di una visione della storia percepita spesso come un avanzamento di conoscenze scientifiche, sociali, culturali, tecnologiche, che ha portato l’umanità a un progressivo sviluppo.
Un percorso tra i testi composti da Mogol, scritto dal suo padre spirituale, che ha voluto cogliere alcuni riflessi spirituali nelle parole del famoso artista.
Il prete milanese, teologo morale e bioeticista, esplora il terreno della libertà e dell’identità della persona, alla ricerca dei motivi che oggi portano a un sensibile calo della generazione di figli. L’indagine parte dalla situazione demografica italiana, analizzando il tema da un punto di vista psicologico, etico-filosofico e biblico, e rilevando alcune criticità odierne, soprattutto l’incapacità di scegliere per diventare soggetti autonomi e di impegnare la propria libertà con l’altro.
Dovremmo ricominciare a chiamarla per nome: morte, semplicemente, e non scomparsa, dipartita, sonno eterno… Perché solo ricominciando a chiamarla per nome potremo sentirla parte ineludibile della nostra vita, presenza reale con la quale tutti siamo chiamati a confrontarci prima o poi e che, paradossalmente, è quell’apice dell’esistenza umana capace di dare senso e valore ai nostri giorni.
Il volume in questione – Oggi c’è scuola – è uscito nel settembre 2021 e, come recita il sottotitolo – Un pensiero per tornare, ricostruire, cambiare –, prende spunto, nel suo discorso sulla scuola, dalla ripartenza post pandemica. Ma non si creda di trovarsi dinanzi a un libro «datato», anzi, è di un’attualità incredibile.