Dovremmo ricominciare a chiamarla per nome: morte, semplicemente, e non scomparsa, dipartita, sonno eterno… Perché solo ricominciando a chiamarla per nome potremo sentirla parte ineludibile della nostra vita, presenza reale con la quale tutti siamo chiamati a confrontarci prima o poi e che, paradossalmente, è quell’apice dell’esistenza umana capace di dare senso e valore ai nostri giorni.
Il volume in questione – Oggi c’è scuola – è uscito nel settembre 2021 e, come recita il sottotitolo – Un pensiero per tornare, ricostruire, cambiare –, prende spunto, nel suo discorso sulla scuola, dalla ripartenza post pandemica. Ma non si creda di trovarsi dinanzi a un libro «datato», anzi, è di un’attualità incredibile.
Oggi della morte sembra sia proibito parlare; ma è inevitabile che essa prima o poi si affacci al nostro orizzonte. Questo testo ci propone uno sguardo particolare sulla realtà della morte, vista dalla prospettiva dell’autrice francese, che è rabbino a Parigi. Già dall’inizio si entra nel vivo del tema, attraverso il racconto di alcune storie di vita e lutti che ha conosciuto e accompagnato; in diverse occasioni (tra cui il funerale di Simone Veil) viene chiamata a recitare il qaddish, la preghiera per i defunti, e altre volte a tenere un’eulogia funebre.
Già da qualche tempo sulla nostra rivista stiamo dando voce all’altro volto dell’Africa, quello che rappresenta una risorsa invece di un problema, una speranza invece di un allarme. Un’Africa che in genere non fa notizia. A firmare la rubrica il missionario-reporter padre Giulio Albanese, che ha firmato, insieme a due altri giornalisti esperti del continente, anche questo interessante volume, che mescola saggio e racconto in modo avvincente e intelligente e senza alcuna retorica.
L’autore, sacerdote nato a Praga nel 1948, esponente della Chiesa sotterranea, con l’episodio evangelico di Zaccheo intende parlare al credente e non. A quei «cercatori» in viaggio, che si lasciano attirare dalle domande. Invitando tutti a fermarsi sulla soglia del mistero, sfidando l’apparente silenzio di Dio ma anche la routine di una fede poco entusiasta: occorre aver pazienza con Dio, che ci viene incontro nell’attesa, perché lui per primo è paziente con noi.
Un grande viaggio a bordo di treni immaginari, e non solo, accompagna il lettore alla scoperta, curiosa e mai noiosa, di epoche, fatti, uomini.
A raccontarcelo, in queste pagine uscite lo scorso il 10 febbraio, Sophie Dubois-Collet, giornalista, laureata in Archeologia con un master in Storia dell’arte. Un libro di esordio in cui la storia viaggia sui treni più belli e più strani del mondo, animata da famosi passeggeri.