«Lo sport italiano? Fortissimo nella programmazione, una frana in materia di pianificazione strategica. Fa molto e bene, ma si è scordato i "fondamentali": decidere perchè lo fa!Per questo è quanto mai necessaria uno scossa».
A esserne convinto Flavio Tranquillo, inviato speciale di Sky e commentatore del campionato Nba, in questo libro in cui delinea, in maniera finalmente chiara, i ruoli di Stato, privati, atleti, federazione e leghe. Con una grande, grandissima attenzione allo sport di base.
Un piccolo viaggio nel mondo dell’antropologia partendo da dieci parole. A scriverlo Marco Aime, che l’antropologia la insegna da anni nelle aule universitarie e che dell’antropologia è uno dei massimi studiosi in Italia e non solo.
La poesia? Una mappa di storie, un racconto di geografie. Dai libri trovati in casa, a quelli inseguiti, alle storie sognate, ogni incontro diventa un bagaglio necessario per la comprensione di come stare di fronte al mondo.
Questo «il senso» di Gian Luca Favetto per la poesia in questo volumetto uscito a fine agosto, illustrazione di copertina di Gabriele Pino.
Forse mai come in questo periodo che stiamo attraversando, l’isolamento ci induce a riflettere sul fatto che i contatti con il prossimo sono così parcellizzati e quasi mai ci lasciano esprimere l’essenzialità di ciò che siamo davvero. «La società alimenta ogni giorno l’ossessione per un “Io” ipertrofico e narcisista e per un “Noi” escludente e aggressivo».
La montagna è una passione, ma è anche un luogo di forti contraddizioni. Perché le vette richiamano alla mente inevitabilmente gli abissi che a esse si contrappongono. «I sentieri più o meno scoscesi suscitavano in me sentimenti contrastanti: inquietudine, paura e allo stesso tempo attrazione e piacere» confessa l’autrice che da questa riflessione ha tratto lo stimolo per la sua opera. Un invito a salire, che è anche uno scendere nelle profondità del proprio animo.
Oggi, si dice, è l’epoca della comunicazione: tutti comunichiamo di continuo anche, e forse soprattutto, attraverso i social network. Ma siamo proprio certi che ciò che facciamo sia davvero comunicare? O non si tratta, più semplicemente, di uno scambio di informazioni?