Il concetto di diaspora è il filo conduttore del saggio di Luigi Berzano, sociologo e direttore dell’Osservatorio sul pluralismo religioso. Modello di riferimento è l’esperienza dei cristiani di cui si parla nella Lettera a Diogneto, i quali, inseriti nel mondo pagano ma fortemente uniti nelle loro comunità, sono definiti «anima del mondo».
Avete presente il film Non ci resta che piangere (1984)? In particolare la scena in cui, all’avviso del sacerdote «Ricordati che devi morire», Massimo Troisi risponde: «Si, si, mo’ me lo segno»? Raramente una battuta sul tema è stata così azzeccata. Fin dall’antichità il memento mori ha sempre occupato la mente di studiosi e filosofi. Uno su tutti Platone, secondo cui tutta la filosofia consisteva nell’imparare a morire.
Questo breve saggio presenta un’indagine biblica che vuol riscoprire l’importanza della terza età, attraverso l’incontro con alcune figure della storia della salvezza.
Il saggio proposto ci invita a riflettere su un tema importante: è possibile che l’umanità continui la sua esistenza? La Terra sembra fatta apposta per noi, ma la ricerca scientifica ci ha mostrato come siamo noi a essere fatti per la Terra: una specie sopravvive perché si adatta all’ambiente in cui si trova. Dando uno sguardo al quadro generale ci si rende conto che la nostra parte è davvero minuscola: tantissime specie ci hanno preceduto e quasi tutte si sono estinte.
Il desiderio di capire di più la società dei taneka porta l’antropologo Marco Aime a trascorrere del tempo con loro, entrando nei villaggi che abitano nella regione di Atakora, nel Benin.
Rendere l’assenza una presenza: è possibile? È quanto cerca di fare in questo libro, denso e bellissimo, Marinella Perroni, teologa e biblista, dando corpo alle parole del Vangelo di Giovanni (cfr. Gv, 14,15-21) riferite a Gesù, ma soprattutto compiendo un’operazione molto umana: quella di chi, mettendo insieme memoria e immaginazione, continua, seppure in altro modo, con quanti se ne sono andati, quel colloquio intimo e profondo avuto in vita.