La pandemia ha stravolto il significato del verbo «stare». Declinare il verbo «stare» in modo nuovo, diverso, creativo è diventato una delle più grandi sfide che abbiamo di fronte.
Siamo sul pianeta Terra completamente distrutto da una misteriosa esplosione. Nella totale devastazione un uomo solo si muove tra mille pericoli e insidie. È Sam Porter Bridges, protagonista del videogioco Death Stranding (sviluppato da Kojima Productions con la collaborazione di Guerrilla Games), che si avventura tra le macerie con una doppia finalità: fare da corriere tra due centri logistici in quel che resta degli Stati Dis-Uniti d’America e riconnettere l’intero Paese dove i pochi sopravvissuti vivono nel totale isolamento.
Un ponte per fare rete - virtuale e reale - tra vicini di casa. Si chiama Nextdoor l'applicazione targata USA che, dal 2011 a oggi, si è già diffusa in altri sei Paesi del mondo.
Anche il lettore che si occupasse con assiduità della comprensione del Medio Oriente, e della questione palestinese e israeliana, converrà nel riconoscere l’originalità del libro di Meir Margalit. A colpire fin da subito è proprio il curriculum dell’autore: chi critica l’attuale impianto di «gestione» di Gerusalemme è un ebreo israeliano, emigrato nel 1972 dall’Argentina al seguito di un gruppo della destra sionista, combattente nella guerra dello Yom Kippur (1973).