Come sottolinea padre Guidalberto Bormolini nel suo bel volume L’arte della meditazione (Ponte alle Grazie, 2022, € 16,80), parlare di meditazione è sempre difficile, perché si tratta di un’esperienza molto intima. Ma, sostiene ancora il monaco – e noi concordiamo pienamente –, parlarne oggi lo è ancora di più, perché meditare è divenuto un fenomeno «di moda» di cui si fa un gran discutere spesso anche a sproposito o in modo superficiale.
«Ha fame d’aria. È come se la realtà gli si stringesse addosso». La sensazione di soffocare è quella che prende Pietro, padre di Jacopo, diciottenne autistico a bassissimo funzionamento, cioè con autonomia molto scarsa, bisognoso di continua assistenza. Come può accettare questa realtà? Il romanzo narra di alcuni giorni trascorsi dai due in uno sperduto paese del Molise, bloccati lì per un guasto all’auto, e ci fornisce uno squarcio sul dramma (soprattutto interiore) vissuto dal genitore.
C’è tutta Mariapia Veladiano in questo suo nuovo romanzo da poche settimane in libreria: Quel che ci tiene vivi, Guanda editore. C’è il dolore, che non è mai arido e ripiegato su se stesso, ma umanizzante e generativo perché accolto e curato. C’è la diversità, che diviene acuta consapevolezza di destini unici che però sanno unire invece che dividere. C’è il tema del rifiuto, che trova rispettosa comprensione, perché sempre frutto doloroso di un male antico.
A Matera c’è una «stanza dei manga» dove i giovani leggono, si incontrano, discutono e si informano. Un luogo di tranquillità dove web e reale sono alleati.
Bisogna leggerlo l’ultimo libro di Nello Scavo, Libyagate. Inchieste, dossier, ombre e silenzi. Dovremmo leggerlo tutti, ma in particolar modo chi ha responsabilità di governo e per ben tre volte ha riconfermato lo scellerato patto con il governo libico per bloccare le partenze dei migranti dai porti della Libia.