Un tanatologo, un cappellano di un ospedale covid, un rianimatore, una giovane cui il covid ha strappato il papà e una scrittrice, tutti insieme per parlare della morte. Perché il virus ci ha ricordato che la morte fa parte della vita.
Il vento di Dio nel quale i defunti ora danzano gioiosi si fa sentire in questo mese di novembre. Un vento che richiama la vita stessa quando soffia libera e inafferrabile oltre noi.
Parla l'avvocato Antonio M. Romanucci, uno dei legali che rappresentano la famiglia di George Floyd, deceduto a Minneapolis durante un fermo di polizia nel maggio scorso.
Se ne è andato nella notte in una clinica romana, dove era ricoverato a seguito di una caduta. Avrebbe compiuto 92 anni a novembre il grande compositore vincitore di due premi Oscar.