Quando la malattia è incurabile, meglio affrontare la morte nella consapevolezza oppure nell’illusione e nell’inganno a fin di bene? È il nodo su cui riflette il film «The Farewell – Una bugia buona» (Usa-Cina 2019) di Lulu Wang.
Che cosa c’è di più emozionante di una vita vera che, tra alti e bassi, si mette in gioco? Senza misconoscere fatiche e cadute, ma nella fede che Dio cammina con noi.
La vicenda del piccolo Raffaele ci mostra come anche una brevissima esistenza, agli occhi di alcuni «inutile», in realtà possa gettare nel mondo un grande seme d'amore.
Vita e morte si mescolano nella nostra esperienza quotidiana, costellata di fallimenti, delusioni, aspettative disattese, malattie, abbandoni... Ci lasciamo schiacciare o trasformiamo la morte in occasione di rinascita?
La morte assomiglia alla notte, quella che alla fine di ogni giornata ci accoglie e ci dona il sonno e pure il sogno. Quella al cui termine c’è, immancabile, l’alba.
Il primo, ma anche l’ultimo respiro. Quello dei bambini nati morti che un’antica tradizione voleva venissero portati dinanzi all’altare della Madonna, nella chiesa di Casez, in Trentino, per essere battezzati.