«La morte (mors) deriva il suo nome dal morso del primo uomo, che mordendo il frutto dell’albero proibito, incontrò la morte». (Sermoni di sant’Antonio, Domenica V di Quaresima, IV-8).
La benedizione e la fatica morale dell’amicizia. Anche il cinema sa impartire miracolosi ordini ai nostri sogni inconfessati, alle menti ferite, al cuore congelato dalla paura della fine.
L’assurda morte di un giovane di 22 anni diviene occasione per rammentarci la promessa di Gesù, anche lui abitante della strada: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”?».
La misericordia deve perdere la sua fissità di teoria per diventare gesto, atto, opera. È un fatto di compassione e di mani, in azione anche quando siamo chiamati ad accompagnare i morenti a far pace con sorella morte.
Grazie padre Enzo, perché nei tuoi 11 anni come rettore della Basilica hai spalancato la porta e il cuore a tanti giovani «in ricerca» che in convento sempre hanno trovato grande accoglienza, fraternità, ascolto, conforto, simpatia e allegria.