Un disco che il pianista e compositore Davide Rossi dedica al beato Federico Ozanam, fondatore della Società di San Vincenzo, e all’amore per il prossimo che ha saputo infondere in tutte le sue attività. Con il coinvolgimento di molti artisti e le splendide voci di Leyla Tommasi, Carmela Iacono e Annamaria Sotgiu, gli otto brani dell’album offrono un pregevole ritratto del beato. Un pop sinfonico che, come spiega Rossi, dà «voce e suono all’impegno di servizio ai poveri di Ozanam».
Attraverso il linguaggio poetico, a volte espresso in prosa, Damiani esplora alcuni interrogativi sul senso della vita: da dove vengo, che cosa c’era prima di me, dove vado? Con sguardo attento e indagatore, osserva il quotidiano, cercando, tra il progresso tecnico dell’umanità e la risposta silenziosa della natura, una parola che sciolga l’angoscia dell’esistere e il dramma dell’incomunicabilità. Un sollievo può nascere nel compiere in compagnia degli altri il cammino della vita.
Come sottolinea padre Guidalberto Bormolini nel suo bel volume L’arte della meditazione (Ponte alle Grazie, 2022, € 16,80), parlare di meditazione è sempre difficile, perché si tratta di un’esperienza molto intima. Ma, sostiene ancora il monaco – e noi concordiamo pienamente –, parlarne oggi lo è ancora di più, perché meditare è divenuto un fenomeno «di moda» di cui si fa un gran discutere spesso anche a sproposito o in modo superficiale.
«Ha fame d’aria. È come se la realtà gli si stringesse addosso». La sensazione di soffocare è quella che prende Pietro, padre di Jacopo, diciottenne autistico a bassissimo funzionamento, cioè con autonomia molto scarsa, bisognoso di continua assistenza. Come può accettare questa realtà? Il romanzo narra di alcuni giorni trascorsi dai due in uno sperduto paese del Molise, bloccati lì per un guasto all’auto, e ci fornisce uno squarcio sul dramma (soprattutto interiore) vissuto dal genitore.
«Quando arriva il bambino il cerchio familiare applaude e grida felice. Il suo sguardo dolce che brilla illumina gli occhi di tutti. E i volti più tristi, forse i più impuri subito si distendono vedendo il bambino che appare innocente e felice». Queste parole di Victor Hugo, riportate nelle ultime pagine del libro, bene si applicano a Teresa di Lisieux e Francesco d’Assisi, che proprio come quel bambino si presentano all’umanità con semplicità, candore, senza umiliare, ma risvegliando nei cuori la nostalgia di Dio.
Ispirato all’omonimo libro di Paolo Cognetti, il film è la storia di due amici, Bruno e Pietro, che si conoscono nell’infanzia durante un’estate nel paese di montagna dove abita il primo. Per entrambi, la crescita è segnata da un rapporto conflittuale con il padre e dalla ricerca del proprio posto nella vita. Una chiave del film è un apologo nepalese nel quale il mondo è rappresentato come un cerchio: al centro si trova un alto monte e attorno otto montagne. Chi interpreta meglio la vita?