Molta apparenza nasconde molta sterilità. Serve il miracolo – e chiediamolo a sant’Antonio! – d’essere attraversati dal calore solare di relazioni vive e profonde, vere «stelle polari» sul nostro cammino: sono queste a essere davvero reali.
Sono tutti sorridenti gli «Antonii» disegnati dai bambini di Trentola Ducenta (CE), in occasione del pellegrinaggio in Campania delle reliquie del Santo. E siamo certi che lui sorrida per davvero guardando la fede pura di questi piccoli.
«Sono “tutti insieme” quei pensieri della mente che, sotto l’uguale regola della ragione, si radunano con ordine e procedono con discrezione, in modo che nella mente un pensiero non sembri superiore all’altro» (Sant’Antonio, Sermoni).
Antonio è un nome caro alla popolazione timorese. Perché appartiene al nostro Santo, amatissimo tra i giovani, che sono il 70% della popolazione. E perché così si chiamava il frate domenicano Taveira, tra i primi evangelizzatori dell’isola.
«Come il respiro si fa attraverso le narici, così per mezzo delle narici della discrezione e della prudenza si aspira, si attira lo spirito dell’amore divino che poi si emette e si diffonde per la consolazione e l’edificazione del prossimo» (Sant’Antonio).
«Il Signore (...) è il giardino del Padre, è la terra benedetta, dove qualunque cosa seminiamo, ricaveremo il centuplo» (Sant’Antonio, Sermoni, V Quaresima 14).