Sono indifferenti o appassionati? Asserviti alle mode o indipendenti? Permeabili ai valori o chiusi nel loro mondo? Soprattutto, capiamolo, i giovani sono diversi da noi adulti. E possono stupirci.
Un lettore settantenne, attratto dalle nuove tecnologie, denuncia il degrado linguistico e umano dei social media. Una giungla digitale, che, a suo dire, scoraggerebbe persino sant’Antonio.
Scienza e tecnica, correttamente intese e in dialogo con altre discipline - psicologia, filosofia, arte...- si prefiggono di farci vivere meglio. Vigiliamo, allora, perché tutti, scienziati e non, operino per il bene di ogni uomo e di ogni donna.
C’è bisogno di un nuovo patto tra credenti, tra chi ha il ministero della conduzione di una comunità e chi dovrebbe esserne comunque corresponsabile e non mero utente di servizi religiosi.
La parola «festival» è diventata come il prezzemolo, da piazzare dappertutto a torto o a ragione, ma in definitiva sembra presto per stancarsi del fenomeno dei festival (quelli fatti bene) o per pensare di rottamarli.