30 Gennaio 2025

Come prepararsi per un momento di preghiera?

Ci sono alcuni accorgimenti che sono importanti per prepararsi a pregare e che possono fare la differenza. Proviamo qui a darvi qualche dritta...
Come prepararsi per un momento di preghiera?

© Olivia Snow / Unsplash

In un recente articolo vi abbiamo suggerito un semplice metodo di preghiera in quattro passi, scanditi da quattro verbi: prepararsi, entrare, stare, uscire (trovate l’articolo a questo link). Oggi proviamo a dire qualcosa di più sul primo passo, prepararsi. Come abbiamo detto nello scorso articolo, lo sfondo di questo metodo è la possibilità di immaginarci i nostri momenti di preghiera come un incontro fra due persone, due amici: io e Dio. Proprio come ogni incontro fra amici, esso comincia ancora prima di cominciare per davvero! Infatti, quando voglio incontrare una persona, prima dell’incontro vero e proprio faccio alcune cose che rendono possibile e preparano l'incontro stesso.

Alcune cose le faccio ben prima dell’incontro (una «preparazione remota»): concordo una data e un orario («ci vediamo martedì alle 17.00, dopo le lezioni»); concordo poi un luogo, una situazione («ci vediamo al bar all’angolo, così prendiamo insieme un aperitivo»); ci si dà un tempo («dai, così stiamo insieme fino a prima di cena, che poi devo correre all’allenamento»); si decide cosa fare insieme in questo tempo («così mi racconti com’è andato il concorso e poi mi spieghi meglio come sta tua mamma, che sono un po’ preoccupato; vorrei anche farti vedere il testo del nuovo articolo, vorrei un tuo parere»).

C’è poi anche una «preparazione immediata»: si parte da casa, si va al luogo concordato, si mette il cellulare in modo silenzioso, si ordina da bere… Ecco queste sono alcune cose che tutti facciamo quando incontriamo un amico, e che si possono fare in modo analogo quando stiamo per prepararci ad entrare in preghiera. In che senso? Proviamo a spiegarlo.

Una collocazione

Ci fermiamo anzitutto sulla «preparazione remota». Decido quando e dove dedicherò del tempo alla preghiera, cioè fisso una collocazione: colloco quel momento che voglio vivere in un luogo e in un tempo. Sembra una cosa scontata, ma, in realtà, è il passo più impegnativo e più decisivo di tutti: se facciamo questo, siamo già a metà strada! Ma spesso questo è proprio quello che dimentichiamo (o evitiamo) di fare… Se state leggendo queste righe è perché in voi c’è il desiderio della preghiera, avete voglia di stare con il Signore, di sentire la sua presenza, di dialogare con lui. Eppure avvertire questo desiderio spesso non basta. Tante volte questo anelito resta lì, e non diventa mai realtà. Non si concretizza mai (o raramente) in momenti di preghiera veri, passati con lui.

Allora la prima cosa da fare è fermarsi, ora in questo momento, prendere in mano l’agenda e programmare il tuo prossimo momento di preghiera personale. «Ma la preghiera è qualcosa di spontaneo, io prego quando sento che voglio pregare, se lo devo programmare mi sembra artificioso…, una cosa da fare fra tante altre, e non me lo gusto…». Obiezione interessante e diffusa. Ma dimmi: se ti stai prendendo una cotta per un/a ragazzo/a, aspetti solo il momento giusto in cui casualmente lo/a trovi, oppure gli/le chiedi un appuntamento per vedervi e ti prepari al meglio per questo? Ci serve un appuntamento! Dio non aspetta altro che gli diamo un appuntamento per mostrarsi a noi! Certo, lui si mostra di continuo lungo le nostre giornate, attraverso innumerevoli modi, ma desidera, proprio come noi (anzi, più ancora di noi), di avere dei momenti «esclusivi», solo per te e lui, per parlare al tuo cuore in maniera unica e irripetibile. Dagli appuntamento! Fissa un tempo e uno spazio, cioè una collocazione. Fallo adesso!

Un tempo

Anzitutto un tempo: trova il momento migliore nella tua agenda, quello in cui realisticamente puoi prenderti un tempo con il Signore, solo per lui. Può essere una volta a settimana, ogni due o tre giorni, o anche ogni giorno. Può essere al mattino presto, appena alzato/a, prima di iniziare la giornata, può essere in pausa pranzo, oppure al termine del pomeriggio, o ancora prima di dormire alla sera. Ognuno deve trovare il proprio, in base al proprio temperamento e ai propri impegni. Ogni momento ha i suoi pro e i suoi contro. Però trovalo. Inizia con poco, ma trovalo e fissalo nella tua agenda. Quanto tempo? Anche qui può essere variabile, dipende da te, da quanto tempo vuoi/puoi dedicare a questo. Direi almeno 15 minuti (devi avere il tempo almeno di entrare in preghiera e starci un po’…) e un massimo di un’ora (strafare non serve… piuttosto fissa più momenti se ne hai la possibilità). Tipicamente, se sei alle prime armi, 30/40 minuti (una volta a settimana) vanno benissimo.

Uno spazio

Ti serve poi un luogo, uno spazio. Con un amico ti trovi in piazza, al bar, o a fare una passeggiata… Con Dio dove vuoi incontrarti? Ti serve un luogo adatto, che sia sufficientemente silenzioso e isolato, che sia di aiuto alla concentrazione e alla preghiera, evitando le distrazioni. Si può pregare anche in metropolitana? Sì, certo, però è parecchio più difficile… e noi vogliamo cercare di semplificare il più possibile, per goderci l’incontro con Dio al massimo. Allora trova un luogo dove puoi realmente stare da solo/a. So che a volte è difficile, ma si può fare: la tua stanza (se hai una stanza singola, solo per te), una chiesa, una cappella, una soffitta, nel bosco… Spazio alla creatività! Basta che sia adatto, che ti aiuti a concentrarti solo sull’incontro che desideri vivere con Dio. Però decidilo prima (siamo ancora nella preparazione remota, ricordi?). Altrimenti, quando arriva il momento, perderai la metà del tempo solo a decidere dove metterti!

Affidala a Lui

Quando hai deciso la tua collocazione (il quando e il dove) comunicalo al Signore. In semplicità, dì al Signore come ad un amico: «Ecco Signore, ci vediamo giovedì alle 10.30 alla cappella dell’università, quella vicino all’aula studio. Ti aspetto lì, fatti presente, ti prego, voglio incontrarti, e aiuta anche me a non mancare». In generale questa collocazione, questo spazio e questo tempo, programmati e decisi per tempo, hanno sempre bisogno di essere custoditi, con fermezza e gelosia: succederà di tutto, avrai mille motivi per rimandare, per fare altro, per spostare… Cerca di custodirli, cerca di rimanere in ciò che hai deciso. Fossero anche cinque minuti, ma fallo, all’ora e nel luogo che avevi previsto. Lì il Signore ti sta attendendo, non lasciarlo a mani vuote.

Alcuni strumenti

Eccoci allora finalmente alla «preparazione prossima». Sta per arrivare il momento che avevi prefissato. Qualche minuto prima allora recati nel luogo prefissato. E qui puoi mettere in atto alcuni strumenti che ti possono essere di aiuto per favorire l’incontro con Dio, in particolare tre.

Prepara il setting

Anzitutto sistema al meglio lo spazio in cui sei (il setting), perché abbia tutti gli elementi che ti servono e ti sono di aiuto alla preghiera, al tuo concentrarti solamente sull’incontro con Dio. Cerca di avere già tutto ciò che ti serve, in modo da non dover poi spostarti durante il tempo di preghiera. Forse per esempio puoi posizionarti davanti ad un’icona, un’immagine sacra, un crocifisso? (Ne basta una, non trentacinque…). Forse vuoi accendere una candela? Potrebbe esserti utile una sedia, un tavolo? Forse una penna, un foglio? (Riguardo al tema dello scrivere o meno durante i momenti di preghiera, ne parleremo quando affronteremo il tema dello «stare»). Ti può essere utile avere con te la Parola di Dio: una Bibbia, oppure un messalino, un testo, oppure una app sul tuo smartphone (approfondiremo questo aspetto nel secondo strumento, qui sotto).

Ti servirà poi un cronometro, oppure un timer, o una sveglia (quelli del telefono vanno benissimo). Sì, perché abbiamo detto che bisogna fissare anche una durata, ma noi non vogliamo ogni tanto dover controllare l’orologio, per verificare quanto tempo è passato e quanto ne rimane, questo ci distrae e basta. Se invece ho impostato un timer, sarà lui ad avvisarmi quando il tempo sta per terminare, e io potrò stare tranquillamente con il mio Signore, senza impedimenti.

Questo è probabilmente tutto ciò che ti serve. La sobrietà in questo caso è sempre una buona compagna: solo il necessario, né di più né di meno. Tutto ciò che è in più, infatti, sarà solamente di disturbo alla nostra preghiera, ci porterà solamente a distrarci. Per esempio, se sei in camera tua, togli dalla scrivania le cose che ti fanno pensare ad altro, al tuo studio, al tuo lavoro (il computer portatile, i libri del prossimo esame, gli appunti, l’agenda…); cerca di ridurre al minimo, per ciò che dipende da te, tutto ciò che potrebbe portarti altrove rispetto all’incontro che vuoi vivere.

Preparare il setting significa quindi anche ridurre al minimo i fattori di disturbo circostanti, per esempio: metti il cellulare in modalità aereo (questa è probabilmente la cosa più importante!), ma non solo… puoi anche chiudere bene la porta, forse tirare la tenda… magari puoi anche dire a chi hai vicino che desideri non essere disturbato/a per questo tempo… Verifica tu quali possono essere le cose che ti possono distrarre, e prova a prevenirle (talvolta anche semplicemente una bella macchinetta contro le zanzare accesa può fare la differenza!).

Prendi un brano della Sacra Scrittura

La Parola di Dio è probabilmente la mediazione più importante ed efficace che abbiamo (assieme ai sacramenti) per poter incontrare il nostro Dio (qui trovi un articolo proprio su questo). Ti suggerisco quindi sempre di partire da un brano della Scrittura per iniziare i tuoi momenti di preghiera. Sul come usarlo ne parleremo a tempo debito (negli articoli sull'«entrare» e sullo «stare»), ma intanto qui diciamo che bisogna averlo pronto. Quale brano della Scrittura preparare? Qui ci sono tanti metodi. Io te ne suggerisco due in particolare:

- puoi scegliere uno dei libri della Bibbia (per esempio uno dei Vangeli) e, partendo dall’inizio del libro, prendere ogni volta un brano (tipicamente, in tutte le edizioni della Bibbia, il testo è già suddiviso in singoli brani, spesso preceduti da un titoletto), proseguendo in ordine; questa si chiama lettura corsiva della Scrittura, perché inizia in un punto e prosegue senza fare salti; per fare questo ti servirà il testo della Scrittura (meglio se è la traduzione della CEI 2008, quella in uso nella nostra liturgia, che si trova per esempio nella Bibbia di Gerusalemme); se sei alle prime armi, ti suggerisco di iniziare con il Vangelo di Marco;

- oppure puoi prendere il brano del Vangelo previsto per la messa di quel giorno (lettura liturgica); forse non sai che ogni giorno la Chiesa celebra l’Eucaristia, e quindi ogni giorno in tutto il mondo milioni di persone ascoltano uno specifico brano del Vangelo; questo viene scelto secondo il tempo liturgico e le varie ricorrenze durante l’anno, quindi non sempre segue un ordine consequenziale (non è una lettura corsiva); questo ti farà talvolta saltare di qua e di là, ma ti metterà in comunione con tutta la Chiesa. Per fare questo ti servirà un messalino (quei libretti che contengono le letture della messa di ogni giorno), oppure un piccolo calendario liturgico (dove trovi semplicemente i riferimenti del brano del giorno, da andare poi a prendere nella Bibbia), oppure ancora una delle varie app a disposizione (noi suggeriamo l’app della «Liturgia delle Ore della CEI», che ha anche i testi della messa, oppure l’app «Bibbia Cattolica», dove si trova tutta la Bibbia, ma anche i testi per ogni giorno). Fa parte della preparazione, dunque, anche scegliere il brano della Scrittura che vuoi utilizzare e averlo pronto per quando poi entrerai in preghiera.

Trova la tua posizione

Infine, scegli una posizione del corpo: sembra banale, ma è un fattore molto importante. Dalla posizione del corpo dipenderà anche come andrà il tuo tempo di preghiera, e anche quanto potrai rimanere concentrato/a o sarai distratto/a. Dovrebbe essere una posizione comoda, che ti permette di stare fermo/a senza stancarti (e senza uscirne dolorante), ma contemporaneamente una posizione che ti tenga attivo/a, in attenzione, che non sia eccessivamente rilassante. Eviteremmo quindi lo stare in piedi, o in ginocchio su sassi appuntiti, ma anche lo sdraiarsi sul letto o stravaccarsi su una poltrona. Ciascuno deve trovare la propria, che potrebbe essere semplicemente seduto/a in maniera composta e dritta su una sedia (forse è la posizione da preferire per la maggior parte delle persone), oppure seduto/a a terra a gambe incrociate sul tappeto o sull’erba, o anche in ginocchio su un tappetino (ma solo se sei abituato/a a stare per lungo tempo in questa posizione). Trova la tua posizione, quella che più ti aiuta a stare concentrato/a su l’incontro con Dio, a stare in attenzione di Lui.

Un atteggiamento

Infine, l’ultimo elemento di una buona preparazione alla preghiera personale, è assumere un certo atteggiamento interiore. È proprio importante dire a sé stessi ciò che si sta per fare, e disporsi a viverlo nel modo migliore. Anzitutto, quindi, mi pongo nell’ottica di vivere la preghiera come un incontro, una relazione, come fra due amici. Proprio per questo dico già a me stesso/a che questo momento sarà:

- uno spazio di gratuità: proprio come fra due amici, non ci sono secondo fini, non ci si attende un guadagno particolare, non ci si aspetta qualcosa; ci si vede semplicemente per godersi lo stare insieme; il «guadagno» più grande è che tu sei qui per me e io sono qui per te, tutto qui; non pretendo null’altro, non mi aspetto niente più di questo;

- uno spazio di passività: per questo non si tratterà di un «fare qualcosa», di un impegnarsi, di uno sforzarsi, ma di un esporsi ad una presenza; si tratta soprattutto di «lasciarsi fare», lasciare che sia l’incontro stesso a cambiarmi, senza dover mettere in atto chissà quali azioni fantasmagoriche;

- uno spazio di apertura: infine, proprio perché incontro una persona (il mio amico, il mio Signore), non è uno spazio di concentrazione su di sé stessi, ma sull’Altro che mi viene incontro; la preghiera cristiana è certamente contatto con il sé più profondo, ma in ottica di relazione con l’Altro, con Dio; non è una meditazione personale in cui mi concentro su di me, sui miei problemi, sulle mie cose, sul mio ombelico… è sempre apertura, anzitutto all’Altro che è Dio, ma dentro la relazione con lui è apertura ad ogni «altro», ai fratelli, al mondo, alla realtà, alla storia, perfino a me stesso/a in maniera nuova e diversa;

- uno spazio di novità: ecco perché sarà uno spazio di novità; proprio perché non sono solo io con me stesso, ma ho un Altro davanti a me, questo mi porterà qualcosa di nuovo, di inedito, qualcosa che io non potrei mai darmi da solo/a.

Proprio per questi motivi è necessario che io sia presente, con tutto ciò che sono. Il Signore c’è, ci ha promesso la sua presenza, ma noi tante volte siamo presenti solo con il corpo, o con alcuni pezzi di noi… Invece il vero incontro con lui è quando noi ci siamo totalmente. Il Signore desidera incontrarti con tutto ciò che sei, senza perdere pezzi per strada. Tutto significa tutto: tutto il tuo cuore (i tuoi affetti, i tuoi desideri, le tue delusioni, le tue ferite, …), tutta la tua mente (i tuoi progetti, i tuoi pensieri, i tuoi ragionamenti, le cose che dici a te stesso/a, i tuoi valori, …), perfino tutto il tuo corpo (la tua corporeità, in tutte le sue membra, la tua percezione sensoriale, le tue emozioni, i tuoi istinti, la tua sessualità, i tuoi impulsi, i tuoi bisogni, le tue stanchezze…).

Ecco allora che, dopo aver assunto la posizione che più mi aiuta, cerco di prendere contatto con tutto ciò che sono, per esempio attraverso qualche esercizio di consapevolezza o di regolazione del respiro (volete che facciamo un articolo su questo aspetto specifico?). Questo ultimo aspetto è davvero fondamentale. Ce lo dice bene san Francesco: «Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga Colui che totalmente a voi si offre» (san Francesco, Lettera a tutto l’ordine 29, FF 221).

Concludendo

Mi scuso per la lunghezza di questo articolo, ma le cose importanti da dire erano davvero tanto. Se avete altre domande specifiche non esitate a scrivercele. Intanto buona esperienza di preghiera, esperienza di Lui, a tutti.

fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org

Puoi leggere questo e molti altri articoli sui frati nel blog Vocazione Francescana.

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Data di aggiornamento: 30 Gennaio 2025

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